Una vacanza serena quella che stava trascorrendo Leo con la sua famiglia a Tropea. A rovinare tutto, un'onda forse un pò brusca che fa scivolare il piccolo dal pedalò. Un'incidente, banale, forse; nel pomeriggio del 21 luglio ha inizio il tormento.

Rientrati in camera, la mamma di Leo si accorge che c'è qualcosa che non va; il piccolo inizia a sentirsi male e le urine sono sanguinanti. Si precipitano immediatamente in ospedale, a Tropea, ma sembra mancare tutto per poter visitare il piccolo.

Vengono indirizzati al nosocomio di Vibo, che scortati, riescono a raggiungere in poco tempo. Il bimbo viene affidato alle mani dei medici, mentre mamma e papà effettuano un test anti-Covid al quale risulteranno positivi. Non potranno rimanere vicino al loro piccolo Leo.

Eseguiti i dovuti accertamenti viene fuori che Leo ha un emorragia interna, bisogna intervenire immediatamente; asportate milza e rene. Il bimbo bergamasco è fuori pericolo e in assenza dei genitori, positivi al Covid, viene coccolato da tutta l'equipe del reparto del nosocomio.

Dopo più di una settimana, i genitori non smettono di ringraziare i medici dello Jazzolino, - "Nonostante le evidenti carenze strutturali, possiamo affermare di avere trovato personale medico ed infermieristico di altissimo livello, sia umano che professionale. Hanno salvato la vita di mio figlio e sarò eternamente riconoscente a questi medici che trascorrono tante, forse troppe ore in reparto. Sono sempre lì. Volti che ormai conosco e riconosco. Avremmo potuto trasferirlo a Bergamo, ora che è fuori pericolo - continua il padre - ma la professionalità e l’affetto che abbiamo trovato qui ci ha convinti a restare".