Un patto tra governo e cooperazione agroalimentare per salvaguardare le eccellenze del Made in Italy di cui le cooperative rappresentano 1/4 del valore.

A lanciarlo è il presidente di Confcooperative all''incontro con il ministro dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida.

In Italia, infatti, sono realizzati dalle cooperative il 60% della produzione vitivinicola, il 70% di quella lattiero casearia, oltre il 40% di quella ortofrutticola e il 60% dell'avicunicola.

Secondo Gardini, "è impensabile competere nello stesso mercato con regole diverse", citando i sei 'tarli' che erodono la competitività di un comparto che incide sul Pil per il 15%. A partire dal dumping e dal lavoro nero, alla spirale inflattiva dei costi dell'energia e delle materie prime. Si aggiungono poi il mismatch della mancanza di figure professionali e la Farm to Fork e le normative comunitarie in materia di sostenibilità, che chiedono alle imprese inversioni di rotta troppo rapide senza misure di accompagnamento; e mentre si regolamenta il mercato Ue si importano prodotti agricoli da paesi dove si utilizza ancora il Ddt. C'è poi il nutriscore che banalizza e penalizza la dieta mediterranea e per finire l'Italian sounding che pesa per oltre 100 miliardi di euro, vale a dire il doppio dell' export.

A proposito di manodopera, secondo Gardini "il ripristino dei voucher è una misura adottata dal governo che va nella giusta direzione; le nostre cooperative danno lavoro a 530 mila persone e potrebbero assumerne altre 25 mila, ma mancano molte figure professionali adeguate. Solo nell'agricoltura - ha concluso - alle nostre cooperative, che danno lavoro a 74 mila persone, mancano oltre 2.500 lavoratori tra raccoglitori semplici e qualificati".