Riceviamo e pubblichiamo

Qualcuno li definisce "predatori" della sanità calabrese. Altri ancora "prenditori", prima che imprenditori. Fatto sta che a Belvedere qualcosa di strano bolle in pentola.

Ci riferiamo alla bellissima struttura del Tirrenia hospital che vive giorni di trepidante attesa. Da una parte la famiglia e la storia di Crispino che finora ha gestito completamente management e struttura.

Portando risultati ed eccellenze sanitarie riconosciute in quel territorio. Salvaguardando le forze sanitarie e rafforzando la presenza di professionalità e professionisti. Dall'altra, meglio noti imprenditori cosentini che hanno puntato attenzioni e mire sul presidio ospedaliero.

Terminato il periodo transitorio, prima di Natale è scattato il timing per la successione ufficiale post fallimento. Nulla di strano dunque se proprio Crispino, che in questi anni ha investito risorse e fortune, abbia fatto la propria proposta nei termini di legge.

Discorso inverso assolutamente per chi invece pare che "non dopo dieci giorni previsti dalla legge, ma a quasi un mese dalla scadenza" altri abbiano teso una busta chiusa, sigillata, per la loro proposta.

Tanti gli interrogativi. Uno, intanto. Perché fare una proposta dopo i termini di legge, se così è? Due: pare che alcune famiglie cosentine siano ormai più che brave a "giocare" sulla sanità calabrese utilizzando marchingegni finanziari e giuridici per accaparrarsi strutture considerate prima semplici "rogne, senza produttività".

Si possiedono i requisiti soggettivi ed oggettivi? Fallimenti, processi ancora a carico, processi in itinere e condanne ufficiali fanno da contraltare a qualcos'altro?

E terzo, infine. Non sarà mica l'ennesimo caso di gestione mirata tesa ad occupare tutti- tutti- i presidi sanitari regionali, non solo quello di Belvedere per essere chiari e diretti, affinché il potere (anche politico) si elevi a scambi e/o richieste diverse?