Prenderà avvio oggi 29 aprile il ciclo di conferenze “Il Cerchio di Dante. Sei letture” che il Liceo Classico ‘Telesio’ di Cosenza dedica alle celebrazioni del Settecentenario della morte di Dante. Il liceo ospiterà, in sei giornate diverse, studiosi di fama internazionale che si collegheranno in streaming per discutere opere e temi del grande poeta fiorentino. Ideatori e curatori dell’evento sono il Dirigente del Liceo, ing. Antonio Iaconianni, e Antonella Giacoia, docente di italiano e Direttore della Biblioteca del Liceo dedicata al compianto Stefano Rodotà.


Si partirà con un approfondimento trasversale, sui sentimenti che legano alcuni canti della Commedia, ad opera di Antonio Prete, professore emerito dell’Università di Siena, autore di saggi, narrazioni, poesie, traduttore ufficiale del poeta Beaudelaire. Seguiranno gli incontri con altri grandi studiosi: della fortuna di Dante dirà quindi il professore Michael Jakob, delle Università di Ginevra e Grenoble, con il suo intervento ‘Dante da lontano’, un titolo che allude alla presenza del poeta in altri autori, ma che può in un certo senso costituire anche un invito ad interrogare la lontananza, in un tempo come il nostro che la vive con tanta drammaticità, cogliendo in essa profondità e opportunità, e non soltanto il limite. Sarà poi la volta del grande comparatista, Piero Boitani, professore ordinario alla Sapienza di Roma e all’Università di Cambridge, traduttore, filologo e critico letterario tra i più illustri del panorama internazionale. Si offrirà addirittura una sorta di scoop di cronaca dantesca, grazie all’intervento della professoressa Paola Allegretti, della Società Dantesca Italiana di Firenze, che in anteprima presenterà per il Telesio un caso giudiziario legato alla biografia di Dante, che sarà poi al centro di un convegno che si terrà il prossimo giugno, presso l’Istituto Svizzero di Roma, su Dante e la necromanzia. Il professore Marcello Bruno dell’Unical ci mostrerà poi le immagini del cinema ispirate a Dante e chiuderà questo ‘circolo’ dantesco con una suggestiva interpretazione di un canto dell’Inferno, nella lettura del Professore Filippo Grazzini, noto italianista e saggista dell’Università della Tuscia, redattore presso l’Istituto della Enciclopedia Treccani e ospite di università come la Columbia di New York e la Hopkins di Baltimora. Un progetto ambizioso, ma la sfida è sempre per un liceo l’interlocuzione, con i classici ed i contemporanei.


Il dirigente del Telesio, ha dichiarato: «Si tratta di un evento di grandissimo spessore scientifico e culturale. Mi preme ringraziare tutti gli illustri ospiti e la professoressa Giacoia che si è spesa tanto per un percorso che è unico nel panorama di questi festeggiamenti a livello nazionale. Avere ospiti di tale caratura presso la nostra istituzione scolastica internazionale è per noi un onore ed un privilegio e sono certo che il nostro territorio, ma visto che siamo in diretta online, anche appassionati di ogni parte d’Italia, seguirà con attenzione questa nostra celebrazione. Senza anacronismi irriverenti – ha concluso il Preside - potremmo dire che il Telesio eredita da Dante una comune ambizione di perfettibilità, di aspirazione ad un rinnovamento che parta dalla tradizione e che certo passi attraverso l’educazione e la cultura. Della lunga storia in cui la parola di Dante è risonata nelle aule del Telesio, e di cui sentiamo l’eco e la responsabilità nel ricordo di tanti eccellenti docenti che si sono avvicendati in questo Liceo, naturalmente posso meglio testimoniare quella più recente. E di questi rapporti vorrei ricordare almeno due momenti significativi».


La professoressa Giacoia, ha poi affermato: «Mi pare giusto ripetere quanto detto in altra sede circa questo grande evento. Dante ha un forte messaggio da riproporre: quello magnanimità e del coraggio, sempre possibili e di certo necessari a questo come ad altri tempi, di affrontare un percorso in ‘interiore homine’, nel de profundis delle nostre coscienze in vista di una renovatio, alla quale aspirano, in forme e per ragioni diverse, ogni uomo ed epoca. Il “nostra” di Dante, nel primo verso della Commedia, getta un ponte tra il poeta e l’universalità atemporale del suo itinerario ideologico. Da questo punto di vista – ha concluso la direttrice della Biblioteca ‘Rodotà’ - davvero la letteratura può essere considerata la più alta forma di sineddoche, la parte per il tutto. Sei letture perché rileggere Dante significa dunque leggere ancora l’uomo, ogni uomo, così come conoscere la visione che questo poeta ebbe della sua epoca vuole dire attraversare tutto il tempo del mondo, ed anche ogni spazio, definire una geografia etica dell’esistenza, le prospettive dei suoi slanci e passioni, come delle sue cadute e perdizioni».