"Lambiente non si tutela con parole e promesse, ma con atti che tengano conto dei pareri tecnici". Sono queste le parole di Francesco Cufari, presidente della Federazione degli Ordini dei dottori agronomi e dottori forestali della Calabria, in relazione a quanto sta accadendo in Calabria. Il riferimento è prima ad "un regolamento per la forestazione, severo e rigoroso, approvato e poi sospeso in pochi giorni - si legge in un comunicato - adesso il prolungamento del taglio dei cedui fino al 30 giugno, con esbosco del materiale legnoso fino al 10 luglio, che rischia di creare danni ingenti a tutto lecosistema calabrese, sia per le piante che in questo periodo germogliano e crescono visto laumento delle temperature, che per gli animali, con una possibile e rischiosa incidenza su specie protette e riproduzione degli stessi".


L'idea è che si agisca "senza considerare alcuna consulenza tecnica - prosegue la nota - ma ascoltando solo pochi interessati e senza valutare in alcun modo limpatto nel medio e lungo periodo di queste scelte scellerate".


Da sempre sosteniamo la valorizzazione del patrimonio boschivo e forestale della nostra regione - ha dichiarato Cufari - ma questo deve convivere in maniera simbiotica con la tutela delle specie protette, degli alberi e delle piante che nei nostri boschi stanno germogliando e della sicurezza ambientale. Mentre nelle altre regioni le operazioni di taglio dei cedui si sono già interrotte, dopo le proroghe a causa del COVID19, e vengono di solito gestite in base allaltitudine e, dunque, alle condizioni microclimatiche; qui si sceglie di tagliare in periodi non idonei, senza tenere conto, anche, dei danni che un albero che cade può creare in questo momento e dei problemi che potrebbero generarsi quando quellalbero lo si deve portare fuori dal bosco, compromettendo lo sviluppo dei germogli presenti, segnando il terreno già asciutto e compattandolo, rendendolo di fatto impermeabile e a rischio idrogeologico; e infine, danneggiando tane e nidi di tanti animali che nei mesi caldi si riproducono, interrompendo di fatto il ciclo naturale e rischiando di fare una strage di cuccioli di mammiferi e rettili e piccoli volatili.


Questa scelta - prosegue Cufari - che non ha tenuto conto di alcuna nostra consulenza tecnica, non essendo presenti da tempo nellUOA Forestazione, ed è cosa alquanto strana, né dottori agronomi, né dottori forestali che per legge sono gli unici che possono definireil campo di intervento in boschi e foreste, sarà dunque lennesima violenza perpetrata alla nostra bella Calabria, che viene accarezzata e coccolata solo a parole, per essere deturpata poi con atti indirizzati non certo verso la salvaguardia dellambiente e della tutela della biodiversità. Voglio ricordare, infine, che il bosco, per le molteplici funzioni che assolve, è un bene di tutti e qualsiasi scelta che viene operata deve essere fatta con la maggior cautela possibile e con il coinvolgimento di tutti gli attori previsti dalla legge, consapevoli che si tratta di un bene comune e non di un semplice bene regionaledi cui si può disporre a proprio piacimento.