Un altro pezzo di Calabria al Festival del Cinema di Venezia. E' il regista catanzarese Gianni Amelio con il film "Il signore delle formiche", quarto film italiano in concorso alla kermesse. Dopo il successo di "Hammamet", con Pierfrancesco Favino nei panni di un Bettino Craxi nei giorni del declino, ora Amelio si sposta nell'Italia di fine anni sessanta ed inizio settanta. Il protagonista della storia l'intellettuale omosessuale Aldo Braibanti, interpretato da Luigi Lo Cascio, nel pieno della vicenda giudiziaria che lo vide coinvolto.

Lo scrittore Braibanti venne accusato e condannato, nel 1968, per plagio. Il presunto reato in verità non fu mai stato commesso, ma servì da scusante per coprirne un "altro", l'omosessualità. Ma non solo, nel "caso Braibanti" venne visto anche un forte tentativo di osteggiarlo anche dal punto di vista delle sue idee politiche e sociali. La vicenda dell'ex partigiano ed esponente del partito comunista scatenò un significativo scandalo nei suoi confronti, anche se l'unico che si interessò attivamente a lui fu il giornalista Ennio Scribani.

Scribani decise di raccontare la vicenda, mettendoci una forte partecipazione emotiva. Tuttavia, si rese presto conto del disinteresse alla questione sia da parte dell'opinione pubblica che del partito stesso, e con ciò Braibanti venne definito come un "invertito" che non merita alcun aiuto. E per quanto riguarda la pellicola in sé, è attualmente al primo posto al box office.