Mettere in rete i futuri computer quantistici per aumentarne enormemente le prestazioni è l'obiettivo dell'internet quantistica e un importante passo in avanti per la sua realizzazione arriva dai nuovi dispositivi messi a punto dal gruppo di ricerca dell'universita' canadese Simon Fraser,.guidato da Michael Thewalt e Stephanie Simmons.

Descritti sulla rivisra Nature, i nuovi dispositivi detti Centri T sfruttano i difetti presenti in microscopici cristalli.

"A differenza di quel che avviene con i computer tradizionali - ha commentato all'ANSA Francesco Saverio Cataliotti, direttore dell'Istituto Nazionale di Ottica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Ino-Cnr) - mettere in rete due computer quantistici non equivale a raddoppiare la capacita' di calcolo ma a moltiplicarla".

Mentre lo sviluppo dei computer quantistici, macchine estremamente potenti in quanto riescono a sfruttare alcune bizzarre proprieta' dei quanti, procede in forma spedita parallelamente una parte della comunita' scientifica sta sviluppando metodi per riuscire in futuro a collegare queste macchine tra loro, una sorta di rete internet ma tra soli dispositivi quantistici, non solo computer ma anche sensori. Ma per riuscirci e' necessario creare dispositivi capaci di 'maneggiare' fotoni mantenendoli stabili, ossia senza alterarne lo stato, e per tempi relativamente lunghi.

Una nuova soluzione potrebbe arrivare ora dai ricercatori canadesi che hanno messo a punto dei dispositivi detti 'Centri T', realizzati in silicio e capaci di generare fotoni utilizzabili anche nelle reti di fibre ottiche gia' esistenti.

Cuore di questi Centri T sono dei cristalli caratterizzati da un difetto, la presenza di un singolo atomo differente da tutti gli altri: proprio questa anomalia permette di manipolare i fotoni con grandissima precisione. La presenza di un singolo difetto su scala quantistica permette di selezionare singoli fotoni che, a differenza di quando si aggregano in nuvole, continuano a mantenere i loro comportamenti quantistici e generarli con caratteristiche molto precise, ideali per le comunicazioni.

"Le direzioni di ricerca su questo tema sono tante - ha precisato Cataliotti - ma questo nuovo lavoro offre il grande vantaggio di poter essere integrato sulle piu' tradizionali piattaforme in silicio e di produrre fotoni con caratteristiche compatibili anche alle reti di fibre ottiche gia' esistenti".