La Calabria figura tra le regioni italiane in cui Agenas, insieme al Ministero della Salute, ha disposto un percorso di audit per la revisione degli standard di qualità ospedaliera. Sono undici le strutture sanitarie calabresi interessate dalla procedura, che punta a verificare la qualità dei servizi, la sicurezza dei pazienti e l’efficienza delle prestazioni. Il dato colloca la regione al sesto posto in Italia per numero di ospedali coinvolti, dietro Campania, Sicilia, Lazio, Puglia e Lombardia.

Le principali criticità individuate


Secondo quanto riferisce Agenas, l’88% degli audit riguarda livelli molto bassi di aderenza agli standard di qualità, mentre l’11% è legato a errori di codifica delle informazioni cliniche. In Calabria, come nel resto del Paese, le principali criticità si concentrano nell’area “gravidanza e parto”, che rappresenta oltre la metà dei casi esaminati, soprattutto per l’eccessivo ricorso ai parti cesarei. Seguono le problematiche in ambito cardiocircolatorio, legate alla tempestività di accesso all’angioplastica, e quelle del settore osteomuscolare, dove si registrano ritardi negli interventi per fratture del collo del femore negli anziani.

Segnali di miglioramento ma criticità persistenti


Agenas evidenzia tuttavia un miglioramento generale nella qualità dei servizi ospedalieri italiani, inclusa la Calabria, pur sottolineando che solo il 10% delle strutture valutate raggiunge livelli alti o molto alti di aderenza agli standard. Le restanti necessitano di interventi correttivi, riorganizzazione dei percorsi clinici e maggiore uniformità nella qualità delle cure. Per la sanità calabrese, gli audit rappresentano dunque un passaggio cruciale verso una gestione più efficiente e moderna del sistema sanitario regionale.