Tragedia al Parco acquatico di Rende: bimba muore annegata. Sequestrata la struttura, assente il defibrillatore
Un elemento inquietante emerso nel corso delle prime verifiche riguarda l’assenza di un defibrillatore all’interno del Parco acquatico

Una tragedia immane ha sconvolto il pomeriggio di lunedì 30 giugno a Rende, nell’area urbana cosentina. Simona Vanessa Szilagyi, una bambina di soli otto anni, ha perso la vita per annegamento all’interno del Parco acquatico Santa Chiara. La piccola, di origine rom, si trovava nella struttura insieme alla sua famiglia per trascorrere una giornata di svago.
I primi soccorsi da passanti fuori servizio
Secondo quanto emerso nelle ore successive, i primi tentativi di rianimazione sono stati effettuati da un operatore della Misericordia, che si trovava nel parco acquatico come semplice bagnante, fuori servizio. Al suo fianco è intervenuta anche un’infermiera, anch’essa presente nella struttura per motivi personali. Nonostante il loro tempestivo intervento, per la bambina non c’è stato nulla da fare.
L’ipotesi: una congestione e l’arresto cardiaco
Tra le prime ipotesi emerse, si fa strada quella di una congestione improvvisa, che avrebbe causato un arresto cardiaco. La dinamica esatta dell’incidente resta comunque da chiarire. La bambina sarebbe andata in difficoltà in acqua e, pochi istanti dopo, il suo corpo è stato notato dai presenti che hanno lanciato l’allarme.
Massiccio dispiegamento di forze
La zona è stata immediatamente raggiunta da sette pattuglie dei carabinieri, due volanti della polizia, due ambulanze e un’automedica. Nonostante i soccorsi siano arrivati in pochi minuti, ogni tentativo di rianimazione si è rivelato purtroppo inutile. All’esterno del parco si è radunato un nutrito gruppo di giovani e famiglie, sotto shock per quanto accaduto.
L’inchiesta: struttura sequestrata, assente il defibrillatore
Nel frattempo, la Procura ha aperto un’inchiesta per fare piena luce sull’accaduto. Il pubblico ministero Tridico ha disposto l’autopsia sul corpo della bambina e ha ordinato il sequestro della struttura. Un elemento inquietante emerso nel corso delle prime verifiche riguarda l’assenza di un defibrillatore all’interno del Parco acquatico, un dispositivo obbligatorio in strutture del genere e potenzialmente decisivo in casi di emergenza cardiaca.
Ulteriori accertamenti sono in corso per verificare le misure di sicurezza, la presenza o meno di personale abilitato al primo soccorso e il rispetto delle normative vigenti.