Nuovi indagati nell'inchiesta sulla Regione Calabria: ipotesi di peculato legata agli incarichi nella struttura per la Depurazione
Coinvolti anche la segretaria particolare del presidente Occhiuto e un professore universitario

Quattro nuovi indagati nell’ambito dell’inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza e coordinata dalla Procura di Catanzaro che da mesi scuote gli equilibri della Regione Calabria. L’ipotesi di reato formulata ora dai magistrati è peculato, e riguarda presunti incarichi fittizi nella struttura catanzarese che si occupa della depurazione, guidata dal sub commissario nazionale Antonino Daffinà, esponente di spicco di Forza Italia in Calabria.
Il nome di Daffinà è già emerso in un altro filone investigativo risalente allo scorso mese, che coinvolge anche il presidente della giunta regionale Roberto Occhiuto, indagato per corruzione.
I nomi degli indagati e le accuse
Oltre a Daffinà, risultano ora indagati per peculato: Veronica Rigoni, 35 anni, di Creazzo (Vi), segretaria particolare del presidente Occhiuto; Giulio Nardo, 61 anni, di Vibo Valentia, professore di Procedura civile all’Università della Calabria; Antonio Fortuna, 47 anni, giornalista originario di Stefanaconi (Vv).
I quattro sarebbero stati assunti come esperti nella comunicazione e nell’area digitale all’interno della struttura per la depurazione. Tuttavia, secondo la Procura, non avrebbero mai svolto alcuna attività effettiva in merito alle consulenze attribuite, né curato i rapporti con la stampa. Nonostante ciò, avrebbero percepito compensi pubblici rilevanti.
Intercettazioni, sequestri e sospetti di fondi pubblici utilizzati illecitamente
L’indagine si fonda su intercettazioni ambientali e telefoniche, oltre al sequestro di due computer utilizzati da Daffinà e di telefoni cellulari, tra cui quello del giornalista Fortuna.
Secondo gli investigatori, Daffinà avrebbe orchestrato l’erogazione dei compensi, appropriandosi di fondi pubblici per farli arrivare ai tre consulenti attraverso incarichi fittizi.
Un secondo filone con accuse di corruzione e turbativa d’asta
Antonino Daffinà è coinvolto anche in un altro filone dell’inchiesta, con accuse di corruzione e turbativa d’asta. In questo caso, le indagini si concentrano sulla proroga della nomina di commissario del Parco naturale regionale delle Serre, affidata all’ex consigliere regionale Alfonsino Grillo, anche lui attualmente indagato.
L’evolversi delle indagini, che toccano settori cruciali dell’amministrazione regionale, potrebbe avere ricadute politiche significative in un momento già complesso per il governo calabrese.