Un parere giuridico da 15.000 euro, più spese e IVA. Una cifra apparentemente marginale, se non fosse che si inserisce in un contesto dove ogni euro conta. Il contesto è quello del nuovo ospedale di Vibo Valentia, la più grande opera sanitaria della provincia e una delle più rilevanti a livello regionale. La Determinazione n. 25 del 29 luglio 2025, firmata dal Commissario delegato per l’Edilizia sanitaria della Regione Calabria, rende pubblica la nuova dimensione del progetto: 239.070.284,38 euro, di cui ben 193.866.656,27 euro a carico del Concedente.

Un importo imponente, che riaccende il dibattito sulla reale sostenibilità del progetto e sulle priorità di una sanità calabrese che continua a muoversi tra emergenze croniche, debiti stratificati e promesse mai del tutto mantenute.


Un ospedale da quasi 240 milioni: opportunità o fardello?

Il nuovo presidio ospedaliero viene presentato come una struttura all’avanguardia, pensata per rispondere alle esigenze di un territorio storicamente penalizzato. Ma quasi 240 milioni di euro non sono solo un investimento: sono un impegno che peserà per anni sui conti pubblici, in una regione che vive da tempo sotto commissariamento sanitario.

Per avere un ordine di grandezza, basti pensare che questa cifra rappresenta più della metà del bilancio annuale di alcune Aziende Sanitarie Provinciali calabresi. Una sproporzione che solleva interrogativi: sarà davvero possibile sostenere economicamente questa opera, e soprattutto garantirne un funzionamento efficiente?


Il paradosso calabrese: si costruisce il nuovo, ma i problemi sono sempre gli stessi

Mentre si stanziano centinaia di milioni per costruire nuove strutture, le aziende sanitarie locali continuano a pagare milioni di euro per chiudere contenziosi passati, saldare interessi su debiti e risolvere le lacune gestionali degli anni precedenti.

È il classico paradosso della “coperta corta”: si investe sul nuovo, ma il passato continua a presentare il conto. E la sensazione diffusa è che, ancora una volta, i cittadini rischiano di trovarsi con un’infrastruttura moderna ma con servizi che non funzionano, o funzionano a metà.


Ogni consulenza ha un costo. Ma a quale prezzo?

Il parere giuridico da 15.000 euro per il secondo Atto aggiuntivo del progetto, formalizzato con la Determinazione n. 25, è solo uno dei tanti tasselli tecnici di un processo burocratico lungo e costoso. Tuttavia, ha un valore simbolico. Ogni passaggio, ogni firma, ogni variante genera spese aggiuntive. E se la storia delle grandi opere in Calabria ci ha insegnato qualcosa, è che il rischio di lievitazione dei costi è tutt’altro che remoto.

Tra consulenze, ritardi, contenziosi e varianti in corso d’opera, il prezzo finale potrebbe facilmente superare quello attualmente previsto. Con il pericolo concreto che il nuovo ospedale diventi l’ennesima incompiuta o, peggio, un’opera finita ma inefficiente.


I cittadini chiedono risposte, non solo cifre

La vera domanda che si pongono i vibonesi è semplice: quando sarà realmente operativo il nuovo ospedale? Perché oltre ai milioni spesi, a contare davvero è la possibilità di accedere a cure tempestive, di trovare reparti funzionanti, personale sufficiente e tecnologie adeguate.

Oggi, troppi calabresi sono ancora costretti a migrare fuori regione per ricevere prestazioni sanitarie essenziali. E finché non ci sarà una vera inversione di rotta nella gestione quotidiana della sanità, anche le opere più ambiziose rischiano di rimanere gusci vuoti.


Più che muri, servono servizi

Il nuovo ospedale rappresenta, almeno sulla carta, un’opportunità storica per il territorio. Ma il punto è proprio questo: non basta costruire nuovi edifici se poi dentro mancano medici, infermieri, attrezzature e una gestione efficiente.

I numeri riportati nella Determinazione n. 25 devono servire da monito. Perché il vero fallimento sarebbe quello di costruire un altro “monumento al denaro speso”, senza riuscire a garantire ciò che i cittadini chiedono da decenni: una sanità pubblica funzionante, accessibile, umana.


Conclusione: serve una visione, non solo fondi

Costruire un nuovo ospedale è importante. Ma la vera sfida è rendere sostenibile il sistema sanitario nel suo complesso. Senza una programmazione seria, senza una rete ospedaliera ben integrata, senza il coraggio di affrontare e risolvere le inefficienze del passato, anche il più moderno degli ospedali rischia di fallire nel suo obiettivo primario: curare le persone.