La Procura di Cosenza ha iscritto nel registro degli indagati i titolari di una sala ricevimenti di Zumpano, in provincia di Cosenza, con l’accusa di omicidio colposo in relazione alla morte di Jaouher Khammari, giovane tunisino di 23 anni, deceduto in circostanze ancora tutte da chiarire. Il ragazzo si trovava in Calabria da meno di tre mesi e lavorava presso la struttura in cambio di vitto, alloggio e un salario mensile di circa 700 euro.

Il trasporto in ospedale e le prime incongruenze

Il 23 settembre Jaouher è stato accompagnato all’ospedale dell’Annunziata di Cosenza a bordo di un’auto privata. Al suo arrivo, il giovane era già privo di vita. Ad accompagnarlo due uomini: un collega ancora in divisa da lavoro e un parente dei titolari dell’attività presso cui era impiegato. Entrambi, secondo quanto riportato, avrebbero dichiarato ai sanitari di non conoscere il ragazzo, affermando di averlo trovato per strada. Una versione che ha sollevato più di un dubbio tra gli inquirenti.

Le indagini della magistratura

Il fascicolo aperto dalla Procura, affidato al sostituto procuratore Maria Luigia D’Andrea, punta a chiarire cosa sia realmente accaduto nelle ore precedenti alla morte di Jaouher. Gli accertamenti si concentrano in particolare sul momento del malore – pare avvenuto in presenza di evidenti difficoltà respiratorie – e sulle tempistiche dei soccorsi, per verificare se vi siano state omissioni da parte dei datori di lavoro.

L’autopsia e il ritorno della salma in Tunisia

Nel pomeriggio di ieri è stata eseguita l’autopsia sul corpo del giovane, che potrebbe fornire riscontri determinanti per l’inchiesta, soprattutto in relazione alla compatibilità tra i sintomi riferiti e le cause effettive del decesso. Terminati gli accertamenti, la salma verrà restituita alla famiglia e trasferita in Tunisia per i funerali. A rappresentare i familiari, giunti in Calabria non appena ricevuta la notizia, è l’avvocato Andrea Manna.

La sorella del ragazzo, accorsa dall’Emilia Romagna, chiede ora che venga fatta piena luce su quanto accaduto e che siano accertate eventuali responsabilità da parte di chi avrebbe dovuto tutelare la salute e la vita di suo fratello.