Catanzaro, inchiesta Aterp: chiesto il rinvio a giudizio per 22 persone
La Procura accusa funzionari e politici di un sistema illecito di assegnazioni di case popolari, con presunti scambi di voti per le Europee 2024

La Procura della Repubblica di Catanzaro ha avanzato la richiesta di rinvio a giudizio per 22 persone coinvolte nell’inchiesta sul presunto mercimonio di case popolari. Secondo l’accusa, al centro del cosiddetto “sistema Aterp” ci sarebbero stati funzionari dell’ente e alcuni esponenti politici che, in cambio di favori e voti, avrebbero gestito in maniera parallela e illecita l’assegnazione degli alloggi. L’indagine è coordinata dal procuratore Salvatore Curcio, dall’aggiunto Giulia Pantano e dai sostituti Saverio Sapia e Stefania Caldarelli.
Il ruolo degli indagati
Perno del sistema, secondo gli inquirenti, sarebbe stato il consigliere comunale di Forza Italia Sergio Costanzo, accusato di fungere da intermediario tra i cittadini e i dipendenti dell’Aterp. Tra i principali indagati figurano anche l’ex dirigente dell’ufficio Patrimonio, Vincenzo Celi, indicato come promotore e coordinatore del meccanismo illecito; Gianluca Bevilacqua, considerato il braccio operativo; Domenico Albino, funzionario dello stesso ufficio, e Concetta Raffa, dell’ufficio personale, accusata di aver redatto atti falsi.
Case popolari e scambi elettorali
L’inchiesta non si limita alle irregolarità burocratiche, ma tocca anche il fronte politico. Secondo la Procura, alcune assegnazioni di alloggi sarebbero avvenute in cambio di voti che il consigliere Costanzo avrebbe chiesto per due candidati alle Europee 2024 del suo stesso partito. Un intreccio di interessi che, se confermato, configurerebbe un sistema radicato e capace di condizionare non solo l’assegnazione di un bene primario come la casa, ma anche la competizione elettorale.