Le ombre di Sinopoli: l’impero invisibile della cosca Alvaro
Dal cuore dell’Aspromonte all’Australia, passando per Roma e Milano: storia, struttura e potere di una delle più temute famiglie della ’ndrangheta

La cosca Alvaro di Sinopoli è una delle più potenti e longeve famiglie della 'ndrangheta calabrese. Il suo potere affonda le radici nel secondo dopoguerra e si è sviluppato attraverso alleanze strategiche, una struttura familiare rigida e una straordinaria capacità di penetrazione nel tessuto economico, sociale e istituzionale, sia in Italia che all’estero.
Origini e ascesa
L’ascesa della cosca Alvaro inizia ufficialmente nel 1945, alla fine di una cruenta faida con le famiglie Filleti, De Angelis e Orfeo. Grazie al sostegno delle famiglie Forgione e Violi, gli Alvaro consolidarono il controllo su Sinopoli e su diversi comuni dell'Aspromonte, tra cui Sant’Eufemia, Cosoleto, San Procopio e Delianuova.
Negli anni '70 la cosca accresce la sua potenza economica attraverso i sequestri di persona e l’ingresso nei traffici internazionali di droga. La figura carismatica e strategica di Domenico Alvaro, detto "don Micu o Giannuzzu", contribuì a trasformare la cosca in una delle colonne portanti della 'ndrangheta moderna. La sua influenza si estese fino ai vertici dell’organizzazione, dove fu chiamato a sedere nella "Camera di Controllo", organo direttivo della 'ndrangheta unitaria.
Struttura interna
La cosca è strutturata secondo il modello tipico delle locali di ‘ndrangheta, con un vertice organizzato su tre ruoli principali:
Capo locale (capobastone): responsabile delle decisioni strategiche.
Contabile: gestisce i flussi economici, comprese le quote destinate agli affiliati detenuti.
Crimine: braccio operativo e direttivo nelle attività criminali.
A Domenico Alvaro è succeduto il figlio Cosimo, arrestato nel 2011. L'organizzazione continua tuttora a essere guidata da membri della famiglia, garantendo continuità e omertà.
Espansione territoriale
La cosca Alvaro ha saputo espandersi ben oltre i confini calabresi. In Italia ha radicato strutture operative autonome in città come Roma, Milano, Genova, Torino, Bologna, Firenze, Latina e Pistoia. In particolare, a Roma è stata scoperta una locale organizzata che si occupava di riciclaggio e reinvestimento in attività lecite, con forti contatti nel mondo imprenditoriale e politico.
All’estero, la cosca è attiva soprattutto in Australia, con basi operative ad Adelaide, Sydney e Canberra. In questi contesti, gli Alvaro mantengono un potere criminale paragonabile a quello esercitato in Calabria, imponendosi nel traffico di droga e nell’estorsione a danno della comunità italiana locale.
Attività criminali
Le attività della cosca sono diversificate e altamente redditizie. Tra le principali:
Traffico internazionale di droga: la cosca gestisce ingenti quantità di cocaina proveniente dal Sud America, spesso in collaborazione con altre famiglie calabresi. Le rotte preferenziali passano per la Spagna e la Repubblica Dominicana.
Estorsione e usura: vengono esercitate sistematicamente in tutti i territori sotto controllo diretto o indiretto.
Infiltrazione negli appalti pubblici: tramite società di comodo e prestanome, la cosca partecipa a gare d'appalto nel settore edilizio e nella raccolta dei rifiuti.
Riciclaggio di denaro: gli introiti illeciti vengono reimmessi nell’economia legale attraverso ristoranti, bar, imprese di costruzione e negozi intestati a terzi fidati.
Operazioni di polizia e arresti
Nel corso degli ultimi vent’anni, diverse operazioni delle forze dell’ordine hanno colpito duramente la cosca. Tra le più significative:
Operazione Eyphemos: ha portato all’arresto di decine di affiliati e di politici collusi, dimostrando il controllo della cosca sulla politica locale nella piana di Gioia Tauro.
Smantellamento della “locale” di Roma: un’indagine su vasta scala ha svelato la presenza capillare degli Alvaro nella Capitale, dove si erano radicati profondamente nel mondo degli affari.
E l'ultima, Operazione Millennium (2025): ha colpito un'alleanza criminale composta anche da esponenti della cosca Alvaro, arrestando quasi cento persone in tutta Italia, molto appartenenti al mondo politico e svelando un’organizzazione sofisticata nel traffico di stupefacenti.
La cosca Alvaro di Sinopoli rappresenta un esempio di criminalità organizzata evoluta, resiliente e capace di adattarsi al mutare dei contesti socioeconomici. La sua forza risiede nel controllo territoriale, nella capacità di gestire relazioni con altre famiglie mafiose, nella presenza in città strategiche e nella gestione familiare del potere. Anche se colpita duramente dalle forze dell’ordine, l’organizzazione ha dimostrato una straordinaria capacità rigenerativa. Contrastarla efficacemente richiede un’azione continua, articolata e coordinata su più livelli: giudiziario, economico e sociale.