«Queste persone devono essere sbarcate subito nel porto più vicino che è lì, a 800 metri» dice la capomissione in un video.


Si sono lanciati dalla nave alcuni migranti rimasti a bordo della Open Arms, da 19 giorni a poco meno di un miglio da Lampedusa, in estenuante attesa di una soluzione per lo sbarco. C’è una motovedetta della Guardia Costiera accanto alla nave, e un soccorritore si è lanciato in acqua per recuperare i migranti che sono stati salvati e portati a bordo della motovedetta della Guardia Costiera.

Anche la Open Arms ha calato in acqua un proprio gommone per recuperarli, mentre arriva un ulteriore gommone della Guardia di Finanza.

Stamane, riferisce il fondatore della ong spagnola, Oscar Camps, un altro uomo si era gettato in acqua. Anche qui era intervenuta una motovedetta della Guardia costiera per recuperarlo e, di fronte al suo rifiuto a tornare a bordo della Open Arms, è stato – come legge prevede – portato a terra. Dopo aver visto questa scena, gli altri stanno cominciando a fare lo stesso.

Già nei giorni precedenti altri migranti avevano compiuto il gesto disperato nel tentativo di approdare a terra, e poi erano stati riportati a bordo con gommoni e a nuoto dall’equipaggio della Open Arms.

Ieri notte otto persone e un accompagnatore dei 107 a bordo erano stati fatti sbarcare in considerazione delle loro condizioni di salute più critiche. Due sono state ricoverate. «Inizia così il 19esimo giorno di sequestro», twitta Camps. A bordo restano 98 persone più l’equipaggio.

 

Fonte open.online