Giuseppe Nirta
Giuseppe Nirta

La cosca Nirta‑Strangio, una delle famiglie “aristocratiche” della ‘ndrangheta con base a San Luca e legami stretti tra i cognomi Nirta e Strangio, entra in conflitto nel febbraio 1991 con la cosca Pelle‑Vottari a causa di un atto banale, ma simbolicamente forte: durante il carnevale, membri dei Nirta‑Strangio lanciano uova contro un circolo Arci gestito dai rivali. L’offesa fa precipitare la situazione, culminando in un agguato durante il quale vengono uccisi due giovani appartenenti alla cosca, dando inizio a una faida sanguinosa che durerà anni.

Crescita esponenziale del conflitto

Dagli anni Novanta alla metà degli anni Duemila, la faida si trasforma in una spirale di vendette: omicidi in contrapposizione, attacchi con armi leggere e cecchini, fino a ritenuti tentativi di mediazione infruttuosi. Nel Natale del 2006, viene assassinata Maria Strangio, moglie di Giovanni Nirta, facendo ripartire la spirale di violenza interrotta inizialmente da una tregua meno formalizzata.

La strage di Duisburg

L’episodio più clamoroso: all’indomani del Ferragosto 2007, a Duisburg (Germania), sei persone vengono uccise davanti a un ristorante, tra cui il cuoco Sebastiano Strangio, affiliato o ritenuto vicino ai Pelle‑Vottari. Si tratta di una rappresaglia organizzata dai Nirta‑Strangio, con modalità spietate: uso coordinato di armi multiple, colpi di grazia, e movenze professionali. L’evento segna la tragica spaccatura tra la tradizione locale della ‘ndrangheta calabrese e la sua espansione internazionale.

Internazionalizzazione e traffici illeciti

Dalle coltellate di carnevale alle piazze d’Europa: la cosca Nirta‑Strangio evolve trasformandosi in un attore chiave nel narcotraffico. Grazie a reti estese in Germania, Belgio, Olanda e Sudamerica, riescono a importare tonnellate di cocaina, rifinanziando armi, latitanze e ricostruzioni di rendita illecita. Operazioni giudiziarie come “Eureka” e “Costa” hanno smantellato alcune di queste reti, legate a front‑company e flussi europei.

Conseguenze giudiziarie e arresti

Negli ultimi decenni, numerosi esponenti di rilievo della cosca sono stati arrestati: Giovanni Strangio, presunto responsabile della strage di Duisburg, è stato catturato in Germania; Francesco e Francesco Nirta sono stati arrestati tra Olanda e Italia, e altri membri operativi sono stati individuati da Europol e autorità tedesche. Molte tra queste condanne, tra cui ergastoli e lunghe pene, hanno colpito il nucleo storico, ma senza spezzare del tutto l’influenza della cosca nel traffico internazionale.

Il presente e le sfide future

La cosca Nirta‑Strangio resiste, seppur indebolita da arresti e sequestri patrimoniali. La sua capacità di rigenerarsi è favorita da una struttura familiare ramificata e da un orientamento sempre più imprenditoriale e transnazionale. Gli ultimi arresti in Germania evidenziano che, nonostante i colpi subiti, la rete criminale continua a operare, sfruttando settori legali come ristorazione, logistica e immobiliare per gestire e riciclare denaro sporco.

Da mafia locale a mafia globale

Con un’eredità che va da San Luca alla Ruhr, la cosca Nirta‑Strangio incarna l’evoluzione della ‘ndrangheta da mafia locale ad attore globale. Quella che comincia come una faida di paese nel ’91, con un lancio di uova in un carnevale, finisce per proiettarsi nelle piazze doganali e nei club tedeschi, in una trama criminale fatta di sangue, reti internazionali, espansione commerciale e investimenti illeciti. Le sfide delle forze dell’ordine restano rilevanti: accerchiamento giudiziario, controllo sui patrimoni illeciti e contrasto alle filiere del narcotraffico.