San Luca, terra di sangue: la faida tra Nirta-Strangio e Pelle-Vottari
Dallo scherzo di Carnevale del 1991 alla strage di Duisburg del 2007: la lunga scia di vendette che ha insanguinato la 'ndrangheta calabrese

La faida di San Luca, uno dei conflitti più sanguinosi nella storia della 'ndrangheta, ebbe inizio il 10 febbraio 1991. Durante i festeggiamenti di Carnevale, un gruppo di giovani affiliati ai clan Nirta-Strangio lanciò uova contro il circolo Arci gestito da Domenico Pelle, esponente dei Pelle-Vottari. La reazione fu violenta: due giovani, Francesco Strangio e Domenico Nirta, furono uccisi, mentre altri due rimasero feriti. Questo evento segnò l'inizio di una lunga serie di vendette tra le due famiglie.
Escalation di violenza e tentativi di pace
Negli anni successivi, la faida continuò con una serie di omicidi reciproci. Nel 1993, due capibastone dei Pelle-Vottari furono uccisi, seguiti da altrettante ritorsioni. Nonostante tentativi di mediazione, come quello del patriarca Antonio Nirta nel 1993, la tregua fu solo temporanea.
La strage di Natale e la ripresa della faida
Il 25 dicembre 2006, Maria Strangio, moglie di Giovanni Luca Nirta, fu uccisa in un agguato che aveva come obiettivo il marito. Questo omicidio fu una ritorsione per l'attentato del 31 luglio precedente, in cui Francesco Pelle, detto "Ciccio Pakistan", era rimasto paralizzato. L'uccisione di Maria Strangio riaccese la faida con nuova ferocia.
La strage di Duisburg: l'eco internazionale della faida
Il 15 agosto 2007, a Duisburg, in Germania, sei persone legate al clan Pelle-Vottari furono assassinate davanti al ristorante "Da Bruno". Questo massacro, noto come la strage di Duisburg, portò l'attenzione internazionale sulla faida di San Luca e sulla pericolosità della 'ndrangheta.
Arresti e condanne: la risposta dello Stato
Negli anni successivi, le forze dell'ordine intensificarono le operazioni contro i clan coinvolti. Numerosi esponenti di spicco furono arrestati e condannati all'ergastolo, tra cui Giovanni Strangio, Francesco Nirta e Francesco Pelle. Questi arresti rappresentarono un duro colpo per le cosche, ma non riuscirono a estirpare completamente la cultura della vendetta.
Una pace fragile e le ombre del passato
Nonostante i colpi inflitti dallo Stato, la faida di San Luca continua a proiettare la sua ombra sulla Calabria. Episodi recenti, come la scomparsa di Antonio Strangio nel 2024, alimentano i timori di una possibile ripresa delle ostilità . La comunità locale vive ancora nel timore che vecchi rancori possano riaccendersi, dimostrando quanto sia difficile spezzare il ciclo della vendetta.