Il Comitato “Invece del Ponte” torna a puntare il dito contro la società Stretto di Messina (SdM), accusandola di diffondere affermazioni fuorvianti sul presunto sostegno finanziario dell’Unione Europea al progetto del ponte sullo Stretto. Al centro della polemica, la recente dichiarazione della SdM secondo cui “non risponde al vero che il ponte sullo Stretto non possa essere finanziato attraverso il programma Connecting Europe Facility (CEF-T)”.

La dichiarazione 

Secondo la società guidata da Pietro Ciucci, la dimostrazione della possibilità di accesso ai fondi europei sarebbe rappresentata da un grant agreement del 2024, che ha assegnato 24 milioni di euro per lo studio della componente ferroviaria del progetto. Ma per il Comitato “Invece del Ponte” si tratta di una “chiara mistificazione”.

“La stessa Commissione Europea ha smentito SdM – afferma il Comitato – precisando, in una dichiarazione ufficiale del 16 luglio, che ‘il ponte sullo Stretto di Messina, essendo un progetto interamente situato in Italia, non può essere finanziato attraverso il programma Connecting Europe Facility (CEF-T)’”.

Il Comitato sottolinea la distinzione fondamentale tra il finanziamento di studi progettuali e il finanziamento dell’opera vera e propria: “Un conto sono gli studi tecnici, un altro è la realizzazione dell'infrastruttura. E la società di Ciucci lo sa benissimo. Per il finanziamento del ponte, i fondi CEF-T non possono essere nemmeno richiesti”.

L’opinione pubblica 

Secondo “Invece del Ponte”, SdM starebbe tentando di confondere l’opinione pubblica, facendo passare un contributo tecnico – peraltro destinato solo a una porzione del progetto – come una sorta di via libera politico ed economico da parte di Bruxelles. “È un’operazione pericolosa di propaganda – conclude il Comitato – ma la realtà è un’altra e l’Europa lo ha detto chiaramente”.