Asili nido, Calabria ancora in coda ma con segnali di crescita
Secondo la Relazione 2025 del Cnel, la copertura resta tra le più basse d’Italia. Catanzaro e Reggio Calabria chiudono la classifica nazionale
Il servizio Nido resta uno dei settori più delicati delle politiche comunali italiane, per il suo ruolo nel sostegno alle famiglie e nella conciliazione tra vita privata e lavoro. Lo conferma la Relazione annuale sui servizi pubblici 2025 del Cnel, presentata lo scorso ottobre, che mette in luce una fotografia ancora diseguale del Paese, con forti divari territoriali e spese non sempre proporzionate ai risultati.
In termini di spesa, il costo medio nazionale per bambino accolto è di 8.088 euro, con punte minime in Molise (3.031 euro) e massime in Liguria (11.219 euro) e Lazio (10.503 euro). Nei grandi comuni del Sud la spesa è aumentata del 54%, ma senza un corrispondente miglioramento dei livelli di copertura, segno di inefficienze strutturali e di un sistema ancora fragile.
Calabria fanalino di coda
La Calabria figura purtroppo tra le regioni con i tassi di copertura più bassi d’Italia. Nella media del Sud, che si ferma al 7,3%, la regione si distingue per i dati di Catanzaro (2,6%) e Reggio Calabria (3,7%), entrambe in fondo alla graduatoria nazionale. Tuttavia, un segnale incoraggiante arriva proprio dal capoluogo regionale, che registra un aumento del 30% rispetto all’anno precedente, mentre Reggio Calabria segna un calo del 17%.
Questi numeri fotografano una realtà complessa, in cui i progressi non riescono ancora a colmare il divario con il resto del Paese. Al confronto, infatti, le regioni del Centro-Nord vantano livelli di copertura tra il 22% e il 44%, con l’Umbria in testa alla classifica grazie a un incremento record del 150%.
Il Sud cresce nei piccoli comuni, ma le disuguaglianze restano
Un elemento positivo, sottolineato dal rapporto, riguarda i centri minori del Mezzogiorno, dove la copertura dei servizi Nido è cresciuta del 68%, raggiungendo l’8,1%. Un segnale di vitalità che testimonia come gli investimenti mirati nei piccoli comuni possano produrre risultati tangibili.
In Calabria, come nel resto del Sud, la sfida resta quella di estendere i servizi alle aree periferiche e interne, superando i limiti legati alla mancanza di personale, alla carenza di strutture e a una spesa spesso inefficiente.
La sfida per il futuro: investire in equità
Il Cnel richiama l’attenzione sulla necessità di rafforzare le politiche educative e sociali per l’infanzia, investendo in modo equilibrato tra Nord e Sud.
La Calabria, dove le famiglie faticano ancora a conciliare lavoro e cura dei figli, ha bisogno di un piano strutturale che metta al centro la qualità e l’accessibilità dei servizi, riconoscendo al nido il suo valore educativo e sociale.
Perché solo garantendo pari opportunità fin dai primi anni di vita, la regione potrà colmare un divario che, ancora oggi, resta simbolo delle sue diseguaglianze territoriali più profonde.