Tre esponenti del movimento di estrema destra Forza Nuova, Carmelo La Face, Giuseppe Sestito e Giuseppe Mumoli, sono stati arrestati dalla Polizia in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Catanzaro su richiesta della Procura. Si tratta dei referenti regionale, provinciale e cittadino dell’organizzazione, ritenuti gravemente indiziati dei reati di propaganda, violenza e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa.

L’aggressione nella movida catanzarese

Secondo quanto emerso dalle indagini, i tre avrebbero partecipato, lo scorso marzo, a un episodio di violenza avvenuto in una delle zone più frequentate della movida di Catanzaro. La vittima, un cittadino straniero, sarebbe stata aggredita brutalmente con modalità che hanno confermato la matrice discriminatoria del gesto. L’episodio, subito segnalato alle forze dell’ordine, ha dato avvio a un’attività investigativa rapida e mirata che ha portato al provvedimento odierno.

Le accuse contestate

Le condotte attribuite agli indagati non riguardano soltanto l’aggressione, ma anche l’attività di propaganda e di istigazione all’odio, portata avanti con finalità discriminatorie. Un quadro che ha convinto la Procura e il giudice a disporre i domiciliari per i tre referenti del movimento.

La vittima

La vittima si sarebbe trovata a passare casualmente mentre i tre stavano affiggendo uno striscione che riportava l'espressione "maranza a Catanzaro su caci 'nta panza" (maranza a Catanzaro, sono calci nella pancia). L'uomo, che sarebbe stato ripetutamente e immotivatamente colpito con calci e pugni ed appellato proprio con il termine discriminatorio "maranza", secondo quanto riferiscono gli investigatori, avrebbe poi tentato la fuga per le vie del centro cittadino dove i tre, simulando una vera e propria caccia all'uomo, lo avrebbero inseguito con un'autovettura e continuato a minacciarlo con una mazza in metallo.    

Gli accertamenti effettuati dai poliziotti della Squadra mobile e della Digos della Questura di Catanzaro avrebbero permesso di ricostruire le fasi salienti dell'aggressione e risalire ai presunti autori.    

Nel corso delle perquisizioni eseguite durante gli arresti è stata rinvenuta la mazza in metallo che secondo gli investigatori è stata utilizzata dagli aggressori.