Nella notte tra sabato 25 e domenica 26 ottobre tornerà in vigore l’ora solare: alle 3 del mattino le lancette dovranno essere spostate indietro di un’ora, tornando alle 2.00. Una piccola variazione che regalerà agli italiani sessanta minuti di sonno in più, ma che segna anche la fine di sette mesi di ora legale.


Dispositivi digitali automatici, ma attenzione agli orologi analogici

Il cambio d’ora avverrà automaticamente per smartphone, computer e dispositivi digitali, mentre sarà necessario regolare manualmente orologi da polso, sveglie tradizionali e apparecchi analogici.
L’ora solare resterà in vigore fino all’ultimo fine settimana di marzo, quando – nella notte tra il 28 e il 29 marzo 2026 – tornerà l’ora legale, con le lancette nuovamente spostate in avanti di un’ora.


I benefici per la salute: “Un’ora in più di sonno riduce lo stress”

“Sessanta preziosi minuti di riposo in più. Il sonno è il nostro farmaco più potente: basta una sola ora di relax aggiuntivo per far crollare il cortisolo e ridurre le malattie stress-correlate, come l’infarto”, spiega Piero Barbanti, neurologo e direttore dell’Unità per la Cura e la Ricerca su Cefalee e Dolore dell’Irccs San Raffaele di Roma.


Risparmi energetici e ambientali: i dati di Terna

Secondo le stime di Terna, la società che gestisce la rete di trasmissione elettrica in Italia, nei sette mesi di ora legale appena conclusi si è registrato un risparmio di 310 milioni di kWh, pari al consumo medio annuo di circa 120 mila famiglie.
In termini economici, il beneficio è stato di oltre 90 milioni di euro, con una riduzione delle emissioni di CO₂ pari a 145 mila tonnellate.

Dal 2004 al 2025, il risparmio complessivo generato dall’adozione dell’ora legale in Italia è stato di oltre 12 miliardi di kWh, per un vantaggio economico stimato in 2,3 miliardi di euro.


La riforma europea del cambio d’ora ferma dal 2018

Nonostante il dibattito acceso di qualche anno fa, la proposta della Commissione europea di abolire il cambio stagionale dell’ora, avanzata nel 2018, è ormai ferma da sette anni.
La consultazione pubblica lanciata all’epoca aveva registrato 4,6 milioni di partecipazioni, un record assoluto: il 75% dei cittadini dichiarava di soffrire per il cambio d’orario e oltre l’80% chiedeva di eliminarlo.
Tra le preferenze, più della metà optava per l’ora legale permanente, mentre il 36% avrebbe scelto quella solare.

Da allora, però, il dossier è rimasto bloccato al Consiglio dell’Unione europea: prima la pandemia, poi la guerra in Ucraina e infine l’oblio politico hanno congelato la discussione.


Bruxelles: “La proposta è ancora lì, decidano gli Stati membri”

“La proposta è ancora lì – ha ricordato una portavoce dell’esecutivo comunitario – crediamo che una soluzione coordinata sia ancora possibile. Ma ora la palla è nel campo degli Stati membri”.
Un modo diplomatico per dire che l’iniziativa, di fatto, è nelle mani dei governi nazionali. Nei giorni scorsi, ad esempio, la Spagna ha annunciato l’intenzione di riaprire il dibattito sul tema.


In attesa di una decisione europea, l’Italia torna all’ora solare

In attesa che Bruxelles e gli Stati membri trovino un accordo, gli italiani dovranno ancora una volta ricordarsi di spostare le lancette indietro di un’ora nella notte tra sabato e domenica.
Un piccolo gesto che segna il ritorno alle giornate più corte e alla stagione invernale, con un’ora di luce in meno nel pomeriggio ma – almeno per una notte – un’ora di sonno in più.