La 'ndrangheta in Valle d'Aosta: un radicamento silenzioso tra politica e affari
Dagli anni '70 a oggi, la criminalità organizzata calabrese ha esteso la sua influenza nella regione alpina

La presenza della 'ndrangheta in Valle d'Aosta risale almeno agli anni '70, come evidenziato dalle motivazioni della sentenza d'appello del processo Geenna. Secondo la Corte d'Appello di Torino, "il territorio valdostano è stato interessato dalla presenza di soggetti operanti nella compagine criminosa di matrice calabrese quantomeno dagli anni '70-'80" . Tra i primi segnali di questa presenza si annoverano episodi delittuosi come l'omicidio di Francesco Manti nel 1980 ad Aosta, quello di Giuseppe Mirabelli nel 1990 a Issogne e di Gaetano Neri nel 1991 a Pont-Saint-Martin, tutti riconducibili a faide interne alla 'ndrangheta.
L'operazione Geenna: la svolta giudiziaria
Il 23 gennaio 2019, l'operazione Geenna ha rappresentato un punto di svolta nella lotta alla criminalità organizzata in Valle d'Aosta. Coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Torino, l'inchiesta ha portato all'arresto di 16 persone, tra cui il consigliere regionale Marco Sorbara, l'assessora comunale di Saint-Pierre Monica Carcea e il consigliere comunale di Aosta Nicola Prettico. Le indagini hanno rivelato l'esistenza di una "locale" di 'ndrangheta attiva ad Aosta, riconducibile alle famiglie Nirta, Raso e Mammoliti, con legami diretti con la cosca Nirta "La Maggiore" di San Luca, in Calabria.
Infiltrazioni nella politica e nell'amministrazione
L'inchiesta Geenna ha messo in luce come la 'ndrangheta sia riuscita a infiltrarsi nel tessuto politico e amministrativo valdostano. Le motivazioni della sentenza d'appello sottolineano "comportamenti volti a infiltrarsi nelle diverse compagini istituzionali" e "condizionamento delle competizioni elettorali", con una ricaduta negativa sull'immagine delle istituzioni locali . Queste infiltrazioni hanno portato, nel febbraio 2020, allo scioglimento del comune di Saint-Pierre per infiltrazioni mafiose, il primo caso del genere nella regione.
Un radicamento silenzioso ma pervasivo
Nonostante la Valle d'Aosta sia la regione più piccola d'Italia, la 'ndrangheta ha saputo sfruttare la sua posizione strategica e le sue peculiarità per espandere la propria influenza. Secondo la Direzione Nazionale Antimafia, la 'ndrangheta ha sostituito i clan catanesi di Cosa Nostra, stabilendo una presenza "stabile e preponderante" nella regione . Le attività criminali spaziano dal traffico di droga e armi al riciclaggio di denaro, con un'attenzione particolare al condizionamento delle attività economiche e amministrative locali.
La risposta della società civile
L'emergere della presenza mafiosa in Valle d'Aosta ha spinto la società civile a reagire. L'associazione Libera si è costituita parte civile nel processo Geenna, sottolineando l'importanza di accertare la verità su fatti di matrice mafiosa per restituire ai cittadini "il diritto di vivere in una terra libera". Inoltre, sono stati organizzati incontri e conferenze per sensibilizzare la popolazione sul fenomeno delle infiltrazioni mafiose nella regione.
'Ndrangheta ovunque
Il caso della Valle d'Aosta dimostra come nessun territorio sia immune dal rischio di infiltrazioni mafiose. La 'ndrangheta ha saputo adattarsi e radicarsi anche in una regione apparentemente lontana dalle tradizionali aree di influenza della criminalità organizzata. La lotta contro queste infiltrazioni richiede un impegno costante da parte delle istituzioni, della magistratura e della società civile, per garantire la legalità e la trasparenza nelle amministrazioni locali.