Ermanno Licursi
Ermanno Licursi

Ermanno Licursi, dirigente della squadra dilettantistica Sammartinese, perse la vita a soli 40 anni durante una partita di Terza Categoria tra la sua squadra e la Cancellese. Alla fine dell’incontro, una rissa tra giocatori e tifosi si scatenò sugli spalti e proseguì negli spogliatoi. Licursi, intervenuto per sedare i tafferugli, fu colpito da calci e pugni. Il cuore non resistette allo choc: pochi istanti dopo essersi rifugiato all’interno delle strutture del campo, si accasciò e morì.

L'emergenza della violenza negli stadi minori

La sua morte scuote il mondo del calcio dilettantistico: la Lega Calcio sospende tutti i campionati in Calabria, in segno di lutto e protesta. Nei giorni successivi, la magistratura avvia un'inchiesta che porta all'arresto di quattro giocatori della Cancellese e del suo presidente. L’accusa è di omicidio preterintenzionale e rissa aggravata. Titoli giornalistici definiscono Licursi "ucciso da un calcio al collo" proprio mentre cercava di riportare la calma.

Tribunali e responsabilità penali

Nei successivi procedimenti, quattro fra i principali imputati vengono assolti dall’accusa di omicidio preterintenzionale, ma condannati per rissa con pene fino a tre anni. Un quinto giocatore patteggia una pena. La sentenza conferma che la causa principale della morte fu un infarto scatenato dall’aggressione, piuttosto che il colpo in sé.

Un dramma dimenticato dal calcio

Un anno dopo, un’inchiesta de il manifesto denuncia come la tragedia sia rimasta nell’ombra, segno dell’indifferenza verso episodi di violenza che colpiscono le categorie minori. Ermanno, ex portiere e pittore, viene ricordato come un uomo per bene, il cui sacrificio resta un monito su quanto sia fragile il confine tra sport e brutalità.

Il racconto della figlia e il valore dell’esempio

Nel 2024, la trasmissione “Primi Piani” racconta la vicenda attraverso le parole della figlia, che oggi è criminologa minorile. In un’intervista toccante, Illary Licursi ripercorre la sera della tragedia: racconta la decisione del padre di intervenire, pur sapendo che la cena di famiglia lo attendeva. Il suo gesto, motivato da senso del dovere, diventa esempio di inclusione civile e di responsabilità verso l’altro.

L’eredità di Ermanno

Licursi non è stato dimenticato dalla comunità sportiva e locale. La sua morte ha acceso il dibattito sulla sicurezza nei dilettanti, portando a regolamentazioni più stringenti su tifo, stewarding e controllo dell’ordine pubblico nei campi minori. Ogni anno, attorno alla data del 27 gennaio, si organizzano momenti di riflessione sul fair play e sul rispetto, affinché il suo sacrificio non resti vano.