La Calabria nella Divina Commedia: tra luoghi, vocaboli e pensiero medievale
Dalla menzione dell’abate calabrese Gioacchino da Fiore al richiamo di città e dialetti: la regione trovi un suo riflesso nel poema dantesco
La Calabria appare nella Divina Commedia di Dante Alighieri grazie a tre riferimenti testuali ritenuti più attendibili: la città di Cosenza, il borgo di Catona (abitato della periferia reggina) e la figura dell’abate Gioacchino da Fiore. Nel III canto del Purgatorio, per esempio, è citato il “pastor di Cosenza” in un discorso di Manfredi. Nel Paradiso – canto XII – Dante menziona l’abate calavrese “di spirito profetico dotato”, avvalorando l’impatto culturale del pensatore silano sulla formazione teologica e filosofica del Vate.
Il dialetto e la lingua: vocaboli calabresi nella Commedia
Oltre alle allusioni geografiche e personali, la Calabria lascia tracce anche sul piano linguistico all’interno del poema. Alcuni studiosi hanno identificato decine di vocaboli di provenienza calabrese – “jumara”, “accattare”, “ammucciare” – che affiorano nel volgare dantesco. Questo elemento sottolinea come il sud linguistico, benché spesso marginale nella visione politica dell’epoca, fosse parte viva del tessuto lessicale dell’Italia di Dante.
Un riflesso culturale e simbolico
La presenza della Calabria nella Commedia non è mera curiosità toponomastica: si inserisce nel più ampio quadro nazionale e spirituale che Dante propone, dove l’Italia di città, regioni e consuetudini locali si riflette nella metafora morale. Il richiamo a figure come Gioacchino da Fiore rivela una Calabria non solo territoriale ma anche intellettuale, capace di contribuire al dibattito teologico e mistico del tempo.
Perché questa presenza conta ancora oggi
Il riscontro calabrese nella Commedia richiama l’importanza della regione non soltanto come “luogo” ma come componente della cultura italiana. Riconoscere queste radici significa valorizzare la partecipazione della Calabria alla storia letteraria nazionale. Inoltre, per i lettori contemporanei, questi riferimenti offrono spunti di riflessione sul rapporto tra località, identità linguistica e grande poesia universale.
In conclusione, la Calabria – pur non presente in modo esteso o sistematico nella Commedia – vi è inscritta con sufficiente chiarezza da testimoniare un legame storico, geografico e linguistico con l’opera dantesca. Il riconoscimento di questi elementi arricchisce la lettura del poema e conferma come la regione abbia contribuito, in modo discreto ma vitale, al patrimonio culturale della letteratura italiana.