Bruno Caccia
Bruno Caccia

Bruno Caccia, originario di Cuneo e nato nel 1917, fu un magistrato integro e determinato. Entrato in magistratura nel 1941, fece carriera come sostituto procuratore a Torino, procuratore ad Aosta e poi nuovamente a Torino fino al 1980, quando assunse il ruolo di Procuratore della Repubblica. In quegli anni avviò indagini importanti, tra cui quelle contro le Brigate Rosse, che portarono all’arresto di esponenti storici come Renato Curcio e Alberto Franceschini. Indagò anche sui traffici della ‘ndrangheta in Piemonte, un lavoro che ne fece un bersaglio da eliminare.

L’agguato mortale

La sera del 26 giugno 1983, Bruno Caccia uscì dalla sua abitazione per portare a spasso il cane, avendo lasciato a riposo la scorta per la domenica. Fu affiancato da un’auto con due uomini a bordo che spararono subito, con una raffica di 14 colpi. Per essere sicuri dell’esito, gli inferirono altri 3 colpi, uccidendolo sul posto.

Le indagini e il depistaggio iniziale

Le prime piste si concentrarono su gruppi terroristici, come le Brigate Rosse o i Nuclei Armati Rivoluzionari, ma presto risultarono infondate. Il depistaggio fu sistematico, anche attraverso false rivendicazioni. Solo grazie alla testimonianza di un boss mafioso, intercettato nei servizi segreti, emerse il ruolo della ‘ndrangheta: uno dei capi locali ammise che la decisione di eliminare il magistrato era dettata da motivi di “irricevibilità” nei confronti della sua figura.

I processi: mandante ed esecutore

Nel 1992, il capobastone Domenico Belfiore fu condannato all’ergastolo come mandante dell’omicidio. Tre decenni dopo, nel 2015, fu arrestato Rocco Schirripa, ritenuto esecutore materiale. La sua condanna fu confermata in appello nel 2019 e definitivamente dalla Cassazione nel 2020.

Nuove piste e ritrovamenti

Nel 2025, durante delle indagini correlate, è stata rinvenuta una pistola in Piemonte — un modello compatibile con l’arma del delitto — nascosta in un muro. L’arma è stata sequestrata e sottoposta ad accertamenti balistici, che potrebbero riaprire il caso.

L’eredità e la memoria

Bruno Caccia è ricordato come esempio di rigore, impegno e dedizione nella lotta alla criminalità organizzata. A lui sono stati dedicati edifici pubblici, associazioni e progetti culturali che ne preservano la memoria come simbolo di resistenza alle mafie e all’illegalità.