Le indagini, avviate lo scorso agosto a seguito di una denuncia a Crotone, hanno portato alla luce una serie di episodi di violenza e intimidazione che si sono verificati tra i primi mesi del 2025 e l’estate. In tutto sono sette i fatti più gravi ricostruiti dagli inquirenti: si tratta di episodi di violenze fisiche, lesioni personali, danneggiamenti di auto e furti, commessi ai danni dei familiari di una donna.

Le vittime, secondo quanto ricostruito, hanno vissuto per mesi in un clima di costante paura e ansia, condizione determinata dalle continue aggressioni e dai comportamenti persecutori messi in atto dagli indagati.

Discussioni futili degenerate in atti criminali

All’origine della vicenda vi sarebbero state banali discussioni tra due famiglie, sfociate però in una serie di condotte vessatorie che, per modalità e continuità, sono state definite dalla Procura della Repubblica di Crotone “in stile clan”. Gli episodi hanno mostrato dinamiche tipiche delle azioni intimidatorie collettive, con l’obiettivo di sopraffare e intimorire la controparte.

La Procura pitagorica, guidata dal procuratore Domenico Guarascio, ha ravvisato la necessità di applicare misure cautelari detentive nei confronti di tutti i soggetti coinvolti, ritenendo sussistenti le esigenze di custodia in carcere per evitare la reiterazione delle condotte.

Arresti e ricerche in corso

Grazie alla sinergia tra l’Arma dei Carabinieri e la Procura di Crotone, è stato possibile ricostruire un quadro indiziario solido e dettagliato. Al termine delle indagini, quattro dei destinatari delle misure cautelari sono stati arrestati e, dopo le formalità di rito, tradotti presso il carcere di Crotone.

Per il quinto indagato, identificato con le iniziali V.G.A., sono tuttora in corso le ricerche da parte delle forze dell’ordine. L’operazione segna un ulteriore intervento deciso contro forme di violenza organizzata a livello familiare che, per modalità e gravità, assumono i tratti tipici della criminalità strutturata.