Torquato Ciriaco
Torquato Ciriaco

La sera del 1° marzo 2002, l’avvocato Torquato Ciriaco, noto civilista attivo a Lamezia Terme, fu vittima di un agguato mafioso: la sua auto fu crivellata da fucilate mentre transitava tra Lamezia e Maida. Gravemente ferito, venne finito con un colpo alla nuca. L’attacco, di chiara matrice mafiosa, scosse profondamente la comunità calabrese, poiché Ciriaco era considerato una figura intransigente e rispettata, senza ombre.

Le piste investigative e il contesto mafioso

Le indagini della Dda di Catanzaro orientarono i sospetti verso il cartello 'ndranghetista Anello-Fruci. L’avvocato era stato coinvolto nella consulenza per un cliente intenzionato all’acquisto di una cava, situata in un territorio di controllo mafioso. Il suo intervento contrastava gli interessi delle cosche locali, che avrebbero sentito minacciato il proprio potere economico.

Pentimenti, processi e l’assenza di una verità giudiziaria

Nel 2007 il pentito Francesco Michienzi rivelò importanti dettagli sull’organizzazione dell’agguato, ricostruendo il modus operandi della ’ndrina. Quelle dichiarazioni avevano dato impulso alle indagini e portato al rinvio a giudizio di Tommaso Anello, dei fratelli Fruci e dello stesso Michienzi come esecutore materiale. Tuttavia, nonostante una prima condanna in appello di trenta anni per i fratelli Fruci e circa sette per Michienzi, la Cassazione annullò la sentenza disponendo un nuovo processo. Nell’appello bis del 2025, la Corte di Assise d’Appello di Catanzaro assolse gli imputati “per non aver commesso il fatto”. Anche l’ex mandante, già assolto in precedenza, non è più perseguibile.

Una famiglia e una comunità nella rabbia dell’ingiustizia

«Adesso diteci chi è stato» – hanno scritto le figlie di Ciriaco, indignate per l’esito processuale che ha cancellato ogni responsabilità. Per loro, l’avvocato non è stato ucciso da un pazzo anonimo, ma da cosche che temevano il suo rigore professionale. Anche la vedova ha denunciato l’assenza di giustizia, definendo lo Stato incapace di fare piena luce su un omicidio che già aveva indebolito la fiducia nella legalità.