Soprusi e violenza su disabile: 3 arresti domiciliari a Corigliano-Rossano
L’indagine è partita quando sui social è stato diffuso un video sconvolgente che mostrava una persona con disabilità maltrattata e picchiata brutalmente

Nella mattinata di ieri, 19 gennaio 2025, i Carabinieri della Stazione di Corigliano Calabro Centro, sotto la direzione del Reparto Territoriale di Corigliano-Rossano e con il coordinamento della Procura della Repubblica di Castrovillari, hanno eseguito tre misure cautelari di arresti domiciliari. Gli indagati, membri di un unico nucleo familiare, sono accusati di gravi maltrattamenti ai danni di un parente disabile, in un contesto di violenza domestica protrattosi nel tempo.
Un'indagine avviata da un video choc sui social
L’indagine è partita lo scorso marzo, quando sui social network è stato diffuso un video sconvolgente che mostrava una persona con disabilità maltrattata e picchiata brutalmente. Le immagini, che hanno suscitato sdegno e indignazione tra gli utenti, sono state segnalate ai Carabinieri da alcuni cittadini. Il filmato è stato acquisito e sottoposto a un’attenta analisi investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica di Castrovillari, diretta dal Procuratore Capo Alessandro D’Alessio.

Una vittima lasciata in condizioni di abbandono
Le indagini hanno permesso di identificare la vittima, trovata in condizioni di grave disagio fisico e psicologico, denutrita e trascurata. Dalle ricostruzioni è emerso un quadro di violenze sistematiche, che includevano percosse, privazione del sostegno economico, e un totale abbandono. Nonostante percepisse una pensione di invalidità, la vittima era completamente dipendente dai familiari, che la sottoponevano a continui soprusi.
Dalle prime misure cautelari agli arresti domiciliari
In un primo momento, il Giudice per le Indagini Preliminari aveva emesso un provvedimento di divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla vittima, accompagnato dall’applicazione di dispositivi elettronici. Tuttavia, la Procura ha ritenuto questa misura insufficiente per garantire la sicurezza della persona maltrattata e la regolarità del procedimento penale. Dopo ulteriori accertamenti, si è giunti alla decisione di applicare la misura più restrittiva degli arresti domiciliari per i tre indagati.
Un nuovo inizio per la vittima
La persona offesa è stata collocata in una struttura protetta, dove ha trovato un ambiente sicuro per ricostruire la propria vita. A distanza di mesi, la vittima ha recuperato condizioni di salute adeguate e una ritrovata serenità. La vicenda sottolinea l’impegno delle istituzioni nel tutelare le persone più fragili e vulnerabili, riaffermando l’importanza di una pronta risposta davanti a episodi di violenza e maltrattamenti.