Giuseppe De Stefano: dal seggio paterno alla latitanza e al vertice della 'ndrina
Il figlio del boss Paolo De Stefano assume il comando dopo una lunga fuga e finisce al centro dell’operazione Meta

Giuseppe De Stefano incarna il passaggio generazionale del clan De Stefano, da figlio di boss a capo di una delle cosche più potenti della 'ndrangheta reggina. La sua latitanza, le condanne e il ruolo centrale nei processi testimoniano come la criminalità organizzata si rinnovi, adattandosi e persistere nonostante le indagini e il contrasto giudiziario.
Una successione criminale consolidata
Giuseppe De Stefano, nato a Reggio Calabria il 1° dicembre 1969, è figlio del noto boss Paolo De Stefano, ucciso nel 1985. Dopo l’arresto dello zio Orazio nel 2004, Giuseppe ha preso le redini della potente 'ndrina di famiglia, segnando il passaggio generazionale all’interno della cosca.
Anni da latitante e condanne pesanti
Latitante dal 2003, Giuseppe De Stefano finì nella lista dei 30 latitanti più ricercati d’Italia fino al suo arresto il 10 dicembre 2008 nella sua città natale. Per lui erano pendenti condanne a 18 anni per traffico di droga e 30 anni per associazione mafiosa.
Obiettivo centrale nell’inchiesta “Meta”
Giuseppe è una delle figure-chiave nel maxi-processo “Meta”, mirato ai vertici della 'ndrangheta reggina. In seguito all’annullamento delle condanne da parte della Cassazione, le indagini sono state riaperte con l’operazione “Meta bis”, che lo coinvolge nuovamente insieme ad altri boss storici come Pasquale Condello.
Eredità del clan De Stefano e potere mafioso consolidato
I De Stefano rappresentano una delle cosche criminali più influenti a Reggio Calabria. Le loro origini affondano nella Prima guerra di 'ndrangheta negli anni Settanta, momento in cui acquisirono potere e ricchezza attraverso traffici di droghe e appalti pubblici. Essi instaurarono alleanze strategiche e accederono a reti istituzionali riservate, consolidando così una posizione dominante nel territorio.