Matteo Salvini
Matteo Salvini

La Corte dei Conti ha respinto la delibera Cipess che ad agosto aveva approvato il progetto definitivo del Ponte sullo Stretto di Messina. Dopo una lunga camera di consiglio, i magistrati contabili hanno deciso di non concedere il visto di legittimità e la registrazione dell’atto, bloccando di fatto l’iter amministrativo dell’opera da 13,5 miliardi di euro.

Alla base del provvedimento vi sono diversi rilievi tecnici: dubbi sulle coperture economiche, sull’affidabilità delle stime di traffico e sulla conformità del progetto alle norme ambientali, antisismiche ed europee. Tra le criticità evidenziate anche il superamento del 50% dei costi iniziali e la competenza stessa del Cipess, ritenuto un organo di natura “politica” e non tecnica.

Salvini: “Scelta politica, ma il ponte si farà”

Immediata la reazione del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, che ha definito la decisione della Corte dei Conti “una scelta politica e un grave danno per il Paese”. Durante il question time alla Camera, il vicepremier ha ribadito che “nessuna violazione è stata commessa e nessun ritiro della delibera Cipess è previsto”.
Salvini ha ricordato che “la Corte ha deciso di sottoporre la valutazione alla sezione centrale di controllo, ma la scadenza per la determinazione resta fissata al 7 novembre”. Poi ha difeso la correttezza dell’iter: “Il lavoro svolto è stato serio, articolato e trasparente nel rispetto delle norme italiane ed europee. Il ponte farà risparmiare tempo, denaro e salute”.

E ancora: “Nessuna opera sarà definanziata per pagare il ponte. Stiamo investendo 23 miliardi in Sicilia e 22 in Calabria: dire di no a un’opera che creerà 120 mila posti di lavoro è un errore. Il Ponte non è uno spreco”.

L’opposizione esulta: “Grave illegittimità, governo fuori legge”

Di segno opposto la reazione delle opposizioni, che hanno accolto con favore il parere negativo della Corte dei Conti. Angelo Bonelli, leader di Alleanza Verdi e Sinistra, ha parlato di “grande vittoria dello Stato di diritto” e ha chiesto le dimissioni del ministro Salvini.

“Ci sono gravi profili d’illegittimità nella delibera Cipess – ha dichiarato Bonelli – evidenziati dagli stessi magistrati contabili. In un Paese normale un governo che rispetta le leggi avrebbe ritirato il progetto”. L’esponente ambientalista ha inoltre denunciato che l’opera “sottrae 15 miliardi di euro ai cittadini dopo aver tagliato fondi al trasporto pubblico”.

Una partita ancora aperta

Dal punto di vista tecnico, il parere negativo della Corte dei Conti non chiude definitivamente la partita. Il governo, infatti, può chiedere al Consiglio dei Ministri di deliberare in senso contrario, ritenendo l’opera di interesse pubblico superiore. In tal caso, il progetto potrebbe comunque proseguire il suo iter.
Resta tuttavia l’incertezza politica e istituzionale su una delle infrastrutture più discusse della storia italiana. Da un lato la volontà del governo di “andare avanti”, dall’altro i rilievi dei magistrati contabili e le forti perplessità ambientali e finanziarie.
La vicenda del Ponte sullo Stretto, simbolo di promesse e polemiche da oltre mezzo secolo, si arricchisce così di un nuovo capitolo: uno scontro tra visioni di sviluppo e principi di legalità che rischia di allontanare ancora una volta la concreta realizzazione dell’opera.