Un’investitura forzata più che una scelta condivisa. Francesco Cannizzaro, segretario regionale di Forza Italia e vice capogruppo alla Camera, ha deciso di puntare tutto su Paolo Mascaro, definendolo il candidato «naturale» del partito alle prossime elezioni comunali di primavera. Una decisione che più che rispettare la volontà del territorio sembra frutto di logiche di potere interne a Forza Italia e al centrodestra calabrese. L’annuncio, fatto durante l’evento “Radici” – un format che il partito sta sbandierando in tutta la regione con l’intento (almeno a parole) di “ascoltare il territorio” – sembra però andare in direzione opposta: qui nessuno ha chiesto, e pochi sono stati consultati.

 Un facile slogan per giustificare una riconferma

Cannizzaro ha parlato con toni trionfalistici del sindaco uscente, attribuendogli il merito di aver «risanato una città in predissesto». Ma davvero la città, con i suoi tanti problemi irrisolti, può dirsi risanata? O si tratta di un facile slogan per giustificare una riconferma scontata?

La soluzione obbligata

Lo stesso Cannizzaro ha poi aggiunto che Forza Italia si confronterà con il tavolo del centrodestra, auspicando che sia «allargato» per arrivare a vincere le elezioni del 2025 «a partire da Lamezia». Parole di circostanza che non nascondono l’evidente forzatura: il sindaco Mascaro è già stato proposto come la soluzione obbligata, lasciando agli alleati solo l’illusione di poter influire sulla scelta. L’appello a un possibile candidato «di maggior rilievo» suona infatti come una clausola di facciata, utile più a placare i malumori che a costruire una reale sintesi politica.

Una figura ormai logora

La realtà è che questa accelerazione imposta da Cannizzaro rischia di spaccare ulteriormente la coalizione di centrodestra, da settimane in difficoltà nel trovare un equilibrio. L’investitura di Mascaro, nonostante venga presentata come «naturale», non fa altro che cristallizzare le divisioni interne, ignorando le perplessità di chi vede nel sindaco uscente una figura ormai logora e lontana dalle esigenze della città.

Se Forza Italia pensa di poter imporre un nome senza un reale confronto con la base e gli alleati, potrebbe trovarsi presto a fare i conti con il malcontento. E Lamezia, ancora una volta, rischia di essere l’ennesima vittima delle scelte calate dall’alto e dell’arroganza politica di chi crede di decidere per tutti.