Luca Bruni
Luca Bruni

L’omicidio di Luca Bruni è diventato emblematico della violenza interna alla mafia cosentina: un’azione fratricida, maturata nell’ambito di lotte di potere interne, con modalità tipiche delle dinamiche di ‘ndrangheta. Le condanne inflitte testimoniano la complessità del sistema mafioso cosentino e il ruolo dei collaboratori nel far emergere la verità.

Sentenza definitiva per Ettore Sottile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dall’imputato Ettore Sottile, responsabile di fornire supporto logistico e amministrativo alla cosca Rango‑Zingari. Sottile è stato confermato colpevole per concorso nell’omicidio di Luca Bruni, detto “Bella Bella”, ucciso il 3 gennaio 2012 in un agguato di stampo mafioso a Castrolibero, nel cosentino.

Un ruolo cruciale nel delitto

Nel corso delle indagini e dei precedenti gradi di giudizio, Sottile è stato riconosciuto responsabile della partecipazione alla pianificazione dell’agguato e della successiva gestione delle fasi post delitto, inclusa la sepoltura. Nel secondo grado la sua pena era stata ridotta da ergastolo a 20 anni di reclusione.

Il contesto criminale e le collaborazioni

L’omicidio di Bruni è avvenuto nel contesto di una faida interna tra famiglie mafiose di Cosenza. La vittima era ritenuto un boss emergente del clan dei Bruni, vittima di un tranello ordito da membri della cosca, tra cui Daniele Lamanna e Adolfo Foggetti, che hanno poi collaborato con la giustizia. Il suo cadavere fu ritrovato solo nel dicembre 2014, in seguito alle dichiarazioni del pentito Foggetti.

La strategia difensiva e il verdetto finale

La difesa di Sottile aveva contestato sia le prove indicate dalla Procura che la fondatezza della richiesta di ergastolo. Dopo il rigetto del ricorso in Cassazione, la pena di 20 anni è diventata definitiva e inappellabile.

Il percorso giudiziario ancora aperto

Nonostante la sentenza definitiva per Sottile, permangono nuovi procedimenti d’appello per altri imputati, tra cui i fratelli Abbruzzese e altri appartenenti alla cosca. La Procura generale ha inoltre chiesto l’acquisizione delle deposizioni dei pentiti Foggetti, Lamanna e altri nel corso del processo in corso, denominato “Genesi”.