Ieri pomeriggio gli studios della Calabria Film Commission a Lamezia Terme si sono trasformati in un porto di mondi lontani. Per la prima volta al pubblico – stampa, operatori di settore e appassionati – sono state proiettate in anteprima le prime due puntate di Sandokan, la nuova serie evento diretta da Jan Maria Michelini e Nicola Abbatangelo, con protagonista Can Yaman nei panni della leggendaria “Tigre della Malesia”. L’evento, promosso da Calabria Film Commission, ha proposto non solo la visione esclusiva, ma un vero e proprio percorso immersivo tra set, costumi di scena e scenografie d’ambientazione.

Il backlot, allestito nell’area industriale di Lamezia, ha ospitato ricostruzioni spettacolari: la colonia inglese di Labuan, la prigione dove Sandokan libera i suoi compagni pirati, la fortezza che ospita la figlia del sultano, e perfino ambientazioni più scaltre come un bordello, coerenti con l’immaginario avventuroso e “nero” del romanzo. Ogni set era curato nei minimi particolari, con scenografie, ambientazioni e oggetti di scena capaci di trasportare chiunque entro un’epoca, un mondo e una storia.

Costumi e scene del film 'Sandokan'
Costumi e scene del film 'Sandokan'

I volti dell’evento: istituzioni, cinema e attese

Tra i presenti all’evento anche personalità istituzionali e rappresentanti del mondo del cinema: il presidente di Calabria Film Commission, Anton Giulio Grande, che ha ribadito l’importanza strategica di un progetto come Sandokan per il rilancio dell’industria audiovisiva calabrese; il governatore della Regione, Mario Occhiuto, che ha salutato l’arrivo di una produzione internazionale sul territorio; e l’assessore all’agricoltura, Gianluca Gallo, partecipe del progetto istituzionale che intende valorizzare le risorse locali anche attraverso il cinema.

C’era anche il regista e parte del team creativo, visibile tra i tanti operatori e curiosi che hanno affollato lo studio: un chiaro segnale che Sandokan non è solo un’operazione commerciale, ma un progetto ambizioso con il Sud come palcoscenico. L’organizzazione è apparsa impeccabile: set perfettamente montati, costumi originali esposti come in un museo, luci curate e un’atmosfera di magia che ha coinvolto ogni visitatore.

Nel pubblico si respirava curiosità, meraviglia, nostalgia — e tanta speranza. Molti hanno approfittato dell’occasione per selfie e fotografie, immortalando i costumi di scena, le ambientazioni, e i dettagli scenografici. Un segno evidente che quella di ieri non è stata una semplice anteprima, ma un’esperienza sensoriale che ha mostrato come il cinema possa ancora essere “fatto bene”, anche e soprattutto nel Sud Italia.

Sandokan: mito, storia e nuova vita in Calabria

Per capire davvero cosa significa vedere SSandokan nascere in Calabria, bisogna tornare al cuore del mito. Creato dallo scrittore italiano Emilio Salgari nel romanzo Le tigri di Mompracem, Sandokan è la “Tigre della Malesia”, pirata dal cuore nobile che lotta contro i colonizzatori inglesi, per la libertà e per la giustizia. Nella nuova serie, prodotta da Lux Vide in collaborazione con Rai Fiction, Sandokan torna a vivere grazie a una produzione internazionale: oltre a Can Yaman, il cast include Alessandro Preziosi, Alanah Bloor, Ed Westwick

La storia — ambientata nel Borneo del 1841 — racconta il viaggio del protagonista, da pirata ribelle a leader di una causa più grande: la difesa dei popoli indigeni, la lotta contro l’oppressione coloniale, un amore impossibGuillonkMarianna Guillonk, la figlia del console britannico, e una serie di avventure, battaglie navali, intrighi e drammi che fanno del racconto un’epopea moderna.

Girare Sandokan in Italia — e soprattutto in Calabria — non è stato un azzardo ma una scelta precisa: le coste calabresi, i paesaggi mediterranei, le coste ioniche e tirreniche, l’area industriale di Lamezia Terme, le risorse ambientali e naturali della regione hanno fornito scenari credibili e suggestivi, capaci di ricreare atmosfere esotiche senza lasciare confini geografici troppo distanti.

Cinema, territorio, indotto: perché Sandokan può segnare una svolta

La presentazione di ieri non è stata soltanto un evento mediatico: rappresenta un punto di svolta per la Calabria come set cinematografico. Il backlot di Lamezia Terme — progettato e costruito grazie al sostegno della Film Commission — può diventare un polo stabile, capace di attrarre produzioni nazionali e internazionali, generando lavoro, turismo, visibilità.

Il potenziale è enorme: dagli operatori tecnici ai costruttori di scenografie, dai costumisti agli artigiani locali, dalle strutture ricettive al turismo culturale — tutto può beneficiare di un sistema di produzione audiovisiva radicato sul territorio. Sandokan, prima ancora di andare in onda su Rai 1 dal 1 dicembre, è già una cartina di tornasole per le ambizioni della Calabria come industria creativa.

In un’Italia dove spesso le produzioni si concentrano al Nord o all’estero, l’operazione Sandokan e il ruolo attivo della Calabria Film Commission sono un segnale forte: si può fare cinema anche nel Sud, con professionalità, competenza e ambizione internazionale.

L’emozione del pubblico e la magia dei costumi di scena

L’effetto più immediato della giornata è stato probabilmente l’emozione del pubblico. Tanti erano lì per vedere le scene in anteprima, ma molti altri si sono trovati immersi in un’esperienza quasi “magica”: scoprire i costumi di scena originali, toccare le stoffe, osservare le armature, respirare l’odore del set. In certi occhi si leggeva stupore, in altri entusiasmo. Alcuni hanno approfittato per selfie ricordo, altri per discutere con costumisti e tecnici.

Quel che è evidente è che non si trattava di un semplice evento promozionale — era, per molti, la sensazione concreta che la Calabria abbia finalmente un posto nel grande cinema, non come sfondo turistico, ma come protagonista produttiva.

Una anteprima che guarda al futuro

Con Sandokan la Calabria non ha mostrato solo un set: ha esibito un progetto. Dietro la bellezza delle scene, dei costumi, delle riprese, c’è una strategia: costruire un polo audiovisivo capace di competere con le grandi capitali del cinema, creare opportunità, dare lavoro, legare cultura e territorio.

Il debutto su Rai 1 del 1 dicembre non è che il primo passo: se la qualità e l’accoglienza mostrata ieri saranno mantenute, Sandokan potrebbe segnare l’alba di una nuova era per il cinema meridionale. Un’era in cui la “magia” non è solo quella delle avventure piratesche, ma quella di una terra che decide di raccontarsi, di mettersi in gioco, di diventare palcoscenico e protagonista allo stesso tempo.

Perché quando un progetto come questo parte dal Sud, con ambizione e rigore, non è solo intrattenimento: è una promessa. E la Calabria — ieri, negli studios di Lamezia — ha iniziato a tenerne fede.