Un’ondata influenzale senza precedenti sta colpendo l’Australia, dove l’inverno ha portato a un aumento record dei casi. Secondo i dati ufficiali, i contagi sono cresciuti del 70% rispetto all’anno precedente, con oltre 18mila segnalazioni fino a luglio e un incremento del 50% dei ricoveri nelle ultime due settimane. Una situazione che ha messo a dura prova gli ospedali, ormai in difficoltà nel garantire posti letto sufficienti.

Gli esperti avvertono che questo scenario potrebbe ripetersi anche in Italia, dove l’arrivo dei virus influenzali è atteso tra l’autunno e l’inverno. Tra questi, particolare attenzione è rivolta al ceppo B, per il quale si registra una minore copertura immunitaria.

Bassetti: “Copertura vaccinale troppo bassa”

A lanciare l’allarme è Matteo Bassetti, direttore della Clinica Malattie Infettive dell’Ospedale Policlinico San Martino di Genova:
“Se un’epidemia simile a quella australiana si ripresentasse in Italia – ha dichiarato – il rischio è che 15-20 milioni di italiani possano essere contagiati, con un impatto significativo sul sistema sanitario. Purtroppo, la copertura vaccinale resta insufficiente: solo un italiano su quattro sceglie di vaccinarsi”.

Secondo Bassetti, senza un deciso incremento delle adesioni alla campagna vaccinale, la prossima stagione influenzale potrebbe risultare “più severa di quella appena trascorsa”.

La campagna vaccinale in Italia

Il ministero della Salute ha già emanato a luglio la circolare per la prossima campagna antinfluenzale, che partirà ai primi di ottobre. L’obiettivo dichiarato è raggiungere almeno il 75% della popolazione a rischio, con il vaccino offerto gratuitamente a over 60, bambini, persone con patologie croniche, donne in gravidanza e operatori sanitari. Dopo la copertura delle categorie prioritarie, il siero sarà disponibile anche per chiunque ne faccia richiesta.

Nella stagione 2023-2024, la copertura vaccinale si è fermata al 53,3% tra gli over 65 e al 18,9% nella popolazione generale, numeri ben lontani dai target fissati dal Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2023-2025, che prevede come minimo il 75% e come obiettivo ottimale il 95% per gli anziani.

L’invito degli infettivologi

Gli specialisti insistono: il vaccino resta l’arma più efficace per ridurre rischi e complicanze. Un appello che arriva mentre l’esperienza australiana mostra con chiarezza quanto l’influenza stagionale, spesso sottovalutata, possa trasformarsi in un problema sanitario di vaste proporzioni.