“Kekko vive”: le emozionanti parole di Don Andrea Piccolo nel ricordo di Francesco
Il giovane Francesco Leonardi, strappato alla vita a soli 14 anni, rinasce nei sorrisi e nella fede della sua terra: il pensiero del sacerdote per una comunità in lutto
Don Andrea Piccolo apre il suo commosso messaggio sulla proprio pagina Facebook con parole cariche di tenerezza e speranza ricordando Fancesco Leonardi, giovane calciatore del Rende morto tragicamente, a soli 14 anni, in un incidente con la bicicletta a Ferragosto. «Caro Kekko, oggi ci saranno i tuoi funerali. Mi fa male non solo scriverlo, ma anche perché arriverò in serata a trovarti». Con queste frasi emerge il dolore di un distacco precoce, reso ancora più crudele dall'assenza fisica, che tuttavia non annebbia il ricordo luminoso di Francesco.
Attraverso una foto, il sacerdote rivive la presenza brillante del ragazzo: «Dentro ai tuoi occhi c’era quella luce che ti faceva sembrare grande, un ragazzo capace di regalare sorrisi e semplicità a chiunque ti incontrasse». Francesco viene rievocato come dono divino, breve ma intenso, capace di lasciare un segno profondo nelle vite di chi lo ha incontrato.
La fede che consola l’incomprensibile
Davanti a un evento doloroso, Don Andrea non tenta di lucidare il mistero con parole trite: «Di fronte a questa tragedia io non ho parole che spieghino». Si affida però a una via più tenue e potente: quella della fede. «Una Parola… il Vangelo di oggi dice che ‘agli uomini è impossibile, ma a Dio tutto è possibile’». Questa è la certezza a cui si aggrappa, perché se per noi è impossibile capire un destino spezzato così presto, non è impossibile a Dio custodirlo, abbracciarlo, non disperso ma vivo nella memoria del bene seminato.
Solidarietà alla famiglia e alla comunità
Don Andrea tende il cuore su chi resta: «Il mio pensiero va a tua mamma Tiziana e a tuo papà Vittorio. Oggi portano la croce più pesante, ma non sono soli». Dietro il dolore, il sacerdote riconosce una comunità presente, che non lascia soli, che condivide lacrime e abbracci, che sussurra che l’amore continua a vivere anche di fronte alla perdita.
Nel finale, un invito che sfida il silenzio della morte: «Kekko… ora che sei tra le braccia del Signore veglia su chi ti vuole bene e non smettere di farci sorridere, come sapevi fare tu… perché ora sei nella vita… per questo KEKKO VIVE». Un passaggio che trasforma l’addio in promessa: il ragazzo non è andato via, vive in chi lo ama.