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Un risultato di portata nazionale arriva dall’Università della Calabria: Claudio Conte è il primo detenuto in Italia a conseguire un dottorato di ricerca da quando, nel 2018, è stata istituita la CNUPP (Conferenza dei Delegati dei Rettori per i Poli Universitari Penitenziari). Laureato in Giurisprudenza a Catanzaro, Conte ha ottenuto il titolo di dottore di ricerca in “Politica, Cultura e Sviluppo” grazie a una borsa riservata a candidati privi della libertà personale. L’esame finale si è svolto all’Università di Parma, dove è stato accolto per la discussione della tesi.

Una tesi sulla funzione educativa del carcere

La ricerca di Conte, dal titolo “Le interazioni sociali in ambito penitenziario dal punto di vista degli stude-tenuti: resistenze, reazioni, trasformazioni”, indaga il valore dello studio universitario per le persone detenute come possibilità di riscatto individuale e crescita collettiva. La commissione esaminatrice ha giudicato il lavoro “eccellente con lode”, riconoscendone il valore scientifico e l’originalità. Durante la cerimonia, il rettore eletto dell’Unical Gianluigi Greco e il coordinatore del dottorato Francesco Raniolo hanno sottolineato come questo risultato dimostri che il carcere può essere anche “luogo di conoscenza e riflessione critica”.

“Studio e dignità per ricostruire ponti tra dentro e fuori”

Il presidente della CNUPP Giancarlo Monina ha definito il traguardo “uno spartiacque culturale”: «Uno studente detenuto non è più soltanto un recluso, ma uno studente universitario a tutti gli effetti». Alla cerimonia hanno contribuito anche testimonianze di esponenti del mondo accademico e della giustizia riparativa come Elisabetta Zamparutti, Sergio D’Elia, Agnese Moro e Paolo Setti Carraro. Conte ha condotto la sua ricerca anche con la collaborazione della redazione di Ristretti Orizzonti, dimostrando che la formazione può diventare un potente strumento di responsabilità e riconciliazione. Un ringraziamento particolare è stato rivolto al rettore Nicola Leone e al Senato accademico dell’Unical per aver aperto una strada nuova alla formazione penitenziaria, integrando diritto allo studio e recupero sociale.