Michele Conia
Michele Conia

Tre incendi, appiccati in diversi punti del terreno di famiglia, hanno colpito il sindaco di Cinquefrondi, Michele Conia. Un gesto su cui carabinieri e vigili del fuoco non hanno dubbi: la pista è quella dolosa. Il primo cittadino ha reagito con fermezza attraverso un post pubblicato su Facebook: «Non mi avete fatto niente! Sono alla luce del sole davanti alla sezione di Rinascita Per Cinquefrondi: se qualcuno vuole dirmi qualcosa lo faccia qui. Solo i vigliacchi agiscono di nascosto. A testa alta!».

La solidarietà della Regione e della Città Metropolitana

La vicinanza a Conia è arrivata subito da esponenti istituzionali. «Sincera solidarietà al sindaco e alla sua famiglia, vittime di un vile atto intimidatorio», ha dichiarato il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto. «Colpire i beni personali di un amministratore significa tentare di minare la serenità di chi, con sacrificio, si dedica alla comunità. La Calabria non deve arrendersi a simili gesti criminali».

Anche il sindaco metropolitano di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, ha espresso sostegno al collega, ricordando che «questi attacchi ignobili hanno il subdolo tentativo di scoraggiare, ma non riusciranno a far sentire solo Michele. La comunità, la politica e tutti coloro che ne conoscono i valori sono al suo fianco».

Le parole di sindaci e amministratori locali

Il sindaco di Cittanova, Domenico Antico, ha parlato di «episodio grave che merita non solo condanna, ma una reazione civica e istituzionale concreta». Ha auspicato che la magistratura faccia piena luce sull’accaduto e consegni alla giustizia gli autori del gesto.

Solidarietà anche dall’Uncemu Calabria, con il presidente Vincenzo Mazzei che ha espresso «viva vicinanza a Michele Conia per il vile atto intimidatorio subito».

La condanna dei sindacati

Durissimo il commento della Cgil Metropolitana di Reggio Calabria, che attraverso il segretario generale Gregorio Pititto ha definito il gesto «gravissimo, perché colpisce non solo un amministratore coraggioso, ma l’intera comunità di Cinquefrondi». La nota ribadisce che «la Calabria ha bisogno di amministratori liberi e coraggiosi, non di isolamento e paura», chiedendo alla magistratura e alle forze dell’ordine di individuare e punire i responsabili.