Il capogruppo di Franz Caruso Sindaco, Ivan Commodaro, contro l’opportunismo politico: “Cognomi, propaganda e zero risultati”
Un dato che, secondo il capogruppo, smentisce l’attuale narrazione di difensore dei diritti sociali
Duro affondo del capogruppo di Franz Caruso Sindaco a Palazzo dei Bruzi, Ivan Commodaro, che interviene nel dibattito politico cittadino puntando il dito contro quello che definisce un evidente caso di opportunismo politico in vista delle prossime elezioni comunali a Cosenza.
Le accuse di incoerenza
Nel mirino di Commodaro finisce un esponente politico che, secondo il capogruppo, starebbe tentando di accreditarsi come candidato a sindaco facendo leva più sul proprio cognome che su un percorso personale credibile. “È difficile non rilevare una manifesta incoerenza – afferma – soprattutto quando si ricorre a denunce strumentali contro l’attuale primo cittadino e lo si fa sul terreno delle politiche sociali, un ambito che questa persona non ha mai realmente praticato”.
Il nodo delle politiche sociali
Commodaro ricorda infatti che, durante il periodo in cui l’esponente in questione ha ricoperto l’incarico di assessore regionale al Bilancio, non sarebbe stato prodotto “alcun atto, misura o iniziativa concreta a favore delle politiche sociali”. Un dato che, secondo il capogruppo, smentisce l’attuale narrazione di difensore dei diritti sociali. “I fatti – sottolinea – ancora una volta smentiscono la propaganda”.
Opportunismo e mancanza di coerenza
Nel suo intervento, Commodaro parla apertamente di “puro opportunismo politico”, accusando il diretto interessato di aver tradito valori e coerenza ideologica, adattando le proprie posizioni in base alla convenienza elettorale del momento. “Non basta sbandierare un cognome o evocare temi nobili per acquisire credibilità – aggiunge – serve ben altro”.
Il richiamo al cognome e alla memoria familiare
Particolarmente critica anche la riflessione sull’uso del legame familiare come strumento di legittimazione politica. Secondo Commodaro, il continuo richiamo all’essere “nipote di” rappresenterebbe una strumentalizzazione di un’eredità morale e ideale, piegata a fini personali e di carriera. Un richiamo definito “selettivo”, soprattutto alla luce di una storia familiare che includerebbe orientamenti politici ben distanti dai valori di solidarietà e giustizia sociale oggi rivendicati.
La critica al degrado della politica
Il capogruppo di maggioranza denuncia infine un più ampio decadimento della politica, ridotta – a suo dire – da servizio alla collettività a spazio di ambizioni personali e polemiche sterili, con il rischio di allontanare ulteriormente i cittadini dalle istituzioni.
La conclusione
“I cittadini meritano serietà – conclude Ivan Commodaro – non candidature costruite su polemiche pretestuose, rancori personali e una memoria selettiva del proprio passato. Il futuro di una città si costruisce con il lavoro, la coerenza e il rispetto dell’intelligenza collettiva, non con denunce strumentali”.