Domenico Cicero
Domenico Cicero

La Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro ha assolto ancora una volta Domenico Cicero dall’accusa di essere il mandante dell’omicidio di Carmine Pezzulli, avvenuto a Cosenza nel 2002. Si tratta della quarta assoluzione consecutiva ottenuta dall’uomo, difeso dagli avvocati Francesco Chiaia e Alessandra La Valle. Pezzulli, figura legata agli ambienti criminali cosentini, venne ucciso con undici colpi di pistola mentre era fermo a un semaforo su viale Cosmai.

Il contesto criminale e l’origine dell’accusa

L’omicidio si inseriva nel clima di tensione tra le cosche cosentine dell’epoca. Secondo le ricostruzioni investigative, Pezzulli avrebbe gestito denaro proveniente da attività illecite senza consegnarlo al gruppo di riferimento, causando un contrasto interno. Le prime indagini attribuirono la responsabilità del delitto a un ordine impartito da Cicero, presunto capo del clan, con l’appoggio di altri esponenti della criminalità organizzata e l’esecuzione materiale affidata a un affiliato.

Un iter giudiziario lungo oltre vent’anni

La vicenda processuale è stata segnata da condanne, annullamenti e rinvii. Cicero era stato condannato in primo e secondo grado nel 2014, ma la Cassazione annullò la sentenza rilevando lacune probatorie e contraddizioni nelle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia. Da allora si sono succeduti nuovi processi e nuove assoluzioni, puntualmente impugnate dalla procura generale. L’ultima decisione della Corte d’Assise d’Appello, maturata dopo ulteriori approfondimenti richiesti dalla Suprema Corte, ha nuovamente smontato l’impianto accusatorio, accogliendo le tesi della difesa e segnando un possibile punto finale a un procedimento durato oltre vent’anni.