Processo ex vertici Viola Basket, tre condanne e un’assoluzione a Reggio Calabria
Un anno e sei mesi per Muscolino e Monastero, un anno per Terranova. Assolto l’ex socio Campisi. Le accuse riguardavano truffa e falsi in bilancio
Si è concluso con tre condanne e un’assoluzione il processo a carico degli ex dirigenti della Viola Reggio Calabria, società simbolo del basket calabrese, accusati di truffa e false comunicazioni in bilancio. La sentenza è stata emessa dal Tribunale di Reggio Calabria, presieduto dal giudice Pina Porchi, al termine di un procedimento che ha ricostruito la complessa vicenda economica e societaria legata al club.
Le condanne del Tribunale
Il Tribunale ha condannato a un anno e sei mesi di reclusione l’ex socio e amministratore di fatto Giovanni Cesare Muscolino e l’ex presidente Raffaele Monastero, al quale è stata concessa la sospensione della pena. Un anno di reclusione, invece, è stato inflitto all’ex consigliere delegato Francesco Terranova, riconosciuto colpevole del solo reato di false comunicazioni in bilancio e assolto dall’accusa di truffa.
È stato invece assolto perché non ha commesso il fatto l’ex socio e amministratore di fatto Giuseppe Campisi, per il quale sono cadute tutte le contestazioni.
Le origini dell’inchiesta e le accuse della Procura
Il procedimento trae origine da una vicenda risalente al 2018, quando l’imprenditore Aurelio Coppolino acquistò l’intero capitale sociale della Viola per 900 euro, diventando parte offesa nel processo. Secondo la Procura della Repubblica di Reggio Calabria, diretta all’epoca dall’allora procuratore aggiunto, Coppolino sarebbe stato indotto in errore dagli ex dirigenti, che non lo avrebbero informato della reale entità dei debiti societari.
Dalle indagini è emerso che i vertici del club avrebbero omesso di riportare nei bilanci le passività accumulate nei confronti della Città metropolitana di Reggio Calabria e del Comune di Reggio Calabria, pari rispettivamente a 825mila euro e 112mila euro, per l’utilizzo degli impianti sportivi Pianeta Viola e PalaCalafiore.
Il risarcimento alla parte civile
Alla luce delle prove acquisite e della ricostruzione operata dai magistrati, il Tribunale ha riconosciuto la responsabilità di tre imputati, disponendo anche il risarcimento dei danni in favore di Aurelio Coppolino, costituitosi parte civile nel procedimento.
Con la sentenza di oggi si chiude uno dei capitoli giudiziari più delicati nella storia recente della Viola Reggio Calabria, una società che ha rappresentato per decenni un simbolo sportivo e identitario per la città dello Stretto.