Amantea, perseguita l’ex moglie ignorando il divieto di avvicinamento: 60enne agli arresti domiciliari
L’uomo, ossessionato dalla gelosia, avrebbe seguito la vittima più volte mettendola in pericolo

I Carabinieri della Stazione di Lago hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di un 60enne residente ad Amantea, indagato per atti persecutori e violazione del divieto di avvicinamento alla ex moglie. Il provvedimento è stato emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Paola su richiesta della Procura della Repubblica, che ha coordinato le attività investigative.
Secondo quanto emerso dalle indagini, l’uomo, spinto da una gelosia ossessiva e incapace di accettare la fine della relazione coniugale, avrebbe messo in atto una serie di comportamenti molesti e intimidatori nei confronti della donna tra i mesi di febbraio e giugno 2025.
Inseguimenti e paure quotidiane
In più occasioni il 60enne avrebbe seguito l’ex moglie, tentando di bloccarle la strada mentre era alla guida della propria auto. Episodi che hanno costretto la donna a fuggire e modificare radicalmente le proprie abitudini di vita, arrivando a limitare le uscite da casa e ad evitare luoghi abituali, nel timore costante di subire un’aggressione.
Nonostante fosse già sottoposto a un provvedimento di divieto di avvicinamento, l’uomo ha continuato a infrangerlo, aggravando la propria posizione e intensificando una spirale di comportamenti persecutori.
L’intervento dei Carabinieri e l’attivazione del “codice rosso”
Le denunce tempestive della vittima e l’immediata attivazione del “codice rosso” hanno consentito ai militari di Lago, con il coordinamento della Procura di Paola, di interrompere l’escalation persecutoria prima che potesse sfociare in conseguenze ancora più gravi.
Le prove raccolte in tempi rapidi hanno convinto l’autorità giudiziaria della necessità di una misura cautelare restrittiva. Ora l’uomo si trova agli arresti domiciliari, in attesa di ulteriori sviluppi processuali.
Il caso rappresenta un ennesimo campanello d’allarme sul fenomeno della violenza di genere, sottolineando l’importanza della denuncia e della tempestività nell’intervento delle forze dell’ordine a tutela delle vittime.