Maria Marcella
Maria Marcella

Il tragico episodio si consumò il 7 settembre 1990 a Palermiti, un piccolo centro del catanzarese. Maria Marcella, una donna di 47 anni, e sua figlia Elisabetta, una bambina di soli 9 anni, vennero assassinate in un gesto di inaudita brutalità mafiosa. I sicari, intervenuti in una casa rurale in contrada Sanguria, aprirono il fuoco all’improvviso, colpendo la madre e poi la bambina con due colpi alla nuca, come fosse una preda indifesa.

Un agguato pianificato e senza pietà

Gli assassini, giunti in moto, irruppero nella casa ed eseguirono l’omicidio in modo freddo e metodico. Maria Marcella fu raggiunta da 23 colpi sparati con armi diverse, mentre la piccola Elisabetta fu uccisa con due colpi ravvicinati alla nuca. Nella stessa giornata, il marito, Mario Gagliardi, e un imprenditore locale furono aggrediti in un scontro a fuoco; trasportati in ospedale, non erano a conoscenza dell’atroce scoperta che sarebbe stata fatta a casa. Gli investigatori compresero che il duplice omicidio era collegato con l’ambiente del racket edilizio e dell’estorsione, in un contesto mafioso ormai lontano dalla fantasia.

La memoria vive nonostante il silenzio

Il massacro suscitò sgomento tra gli abitanti di Palermiti, un paese fin a quel momento estraneo alla violenza mafiosa. Quella mattina, la crudele esecuzione delle due vittime segnò profondamente la comunità. Nonostante indagini e clamore iniziale, questa strage rimane nel tempo una ferita aperta, spesso accompagnata da un silenzio doloroso, come se le responsabilità fossero destinate a rimanere impunite.