Milano, cyber-spie e minacce mafiose: resta in carcere la rete legata alla ’ndrangheta stragista
Il Tribunale del Riesame di Milano ha confermato le misure cautelari in carcere per Lorenzo Sbraccia, imprenditore e immobiliarista, e per gli altri indagati arrestati il 14 aprile scorso

La tentacolare influenza della ’ndrangheta continua a emergere anche nei contesti più sofisticati, come quello delle presunte cyber-spie e delle pressioni su imprenditori del Nord Italia. Il Tribunale del Riesame di Milano ha confermato le misure cautelari in carcere per Lorenzo Sbraccia, imprenditore e immobiliarista, e per gli altri indagati arrestati il 14 aprile scorso in un filone dell’inchiesta Equalize, coordinata dal pm Francesco De Tommasi e condotta dai Carabinieri del Ros.
L'indagine
L’indagine ruota attorno a una presunta tentata estorsione, aggravata dal metodo mafioso, ai danni degli imprenditori Motterlini, titolari della G&G Costruzioni. A puntare i riflettori sulla vicenda è stata la collaborazione di Nunziatino Romeo, ritenuto esponente della ’ndrangheta stragista e vicino alla potente famiglia Barbaro-Papalia. Nel mirino anche un sofisticato sistema di spionaggio informatico. Per Nunzio Samuele Calamucci, l’informatico della rete, è scattato un nuovo provvedimento di arresti domiciliari. Oltre a Sbraccia, restano in carcere Pasquale e Francesco Barbaro, Francesco Baldo, Umberto Buccarelli, Giuseppe Trimboli e Fulvio Cilisto. Un’inchiesta che conferma come la mafia calabrese sappia adattarsi ai nuovi strumenti digitali, senza abbandonare la tradizionale logica dell’intimidazione.