Processo “Garden”: Cosenza e il grande svelamento della ‘ndrangheta
Il maxiblitz del 10 ottobre 1994 e il successivo dibattimento in aula hanno rivelato la piena esistenza della ‘ndrangheta in città

Il processo “Garden” non fu soltanto un maxi-blitz giudiziario, ma un evento epocale: segnò l’entrata in scena della ‘ndrangheta cosentina davanti alla legge, inaugurò una nuova stagione di collaborazioni con lo Stato, e aprì la strada a successive azioni giudiziarie. Se all’epoca quelle azioni rappresentarono l’arresto di una struttura criminale violenta, oggi ne ereditano la lezione — ciò che resta imprescindibile nella lotta contro il malaffare.
Operazione Garden: la scoperta della mafia cosentina
Il 10 ottobre 1994 segna una svolta: con l’operazione “Garden” la Dda di Catanzaro e le forze dell’ordine eseguono 116 arresti (su 118 ordinanze) e notificano indagini a 172 persone, smantellando la criminalità cosentina strutturata in due storiche fazioni, Perna‑Pranno e Pino‑Sena. L’operazione prende il nome da un cinema di Rende, teatro dell’uccisione del boss Luigi “U zorru” Palermo nel 1977.
La mafia si conferma davanti ai giudici
Per la prima volta in aula emergono chiaramente la natura mafiosa delle organizzazioni operanti nella provincia di Cosenza. Nel 1997 la Corte d’Assise riconosce ufficialmente l’esistenza di due associazioni di tipo mafioso – quelle capeggiate da Perna‑Pranno e Pino‑Sena – con condanne che arrivano fino all’ergastolo e alla conferma in Cassazione nel 2000.
Il ruolo dei pentiti: da Franco Pino a decine di collaboratori
Figlia diretta dell’operazione, l’ondata di pentitismo segna una svolta. Il capobastone Franco Pino decide di collaborare nel 1995, svelando dettagli su oltre 30 omicidi e confessioni che smontano la trama criminale cosentina. In tutto, Cosenza registrerà circa 160 collaboratori di giustizia, un record nazionale per rapporto tra popolazione e numero di pentiti.
Il peso delle amnesie: politica, colletti bianchi, connivenze oscure
Il processo è inoltre segnato da nodi oscuri: l’inchiesta svela presunti collegamenti tra mafia, politica locale, professionisti e persino apparati dello Stato. Secondo l’allora magistrato Otello Lupacchini, emerge "un quadro allucinante" di complicità sistemiche.
Conseguenze a lungo termine: nuove alleanze e imprenditorialità mafiosa
Con le condanne del maxiprocesso, scatta una riorganizzazione dei clan: i vecchi assetti cedono spazio a una confederazione più imprenditoriale. Clamoroso il passaggio della ‘ndrangheta cosentina da una violenta guerra criminale a un controllo silenzioso e più “economico” del territorio.
Il “Garden” ieri e oggi: una pietra miliare ancora attuale
A distanza di 30 anni l’operazione resta un punto di riferimento. È stata la prima inchiesta di polizia a portare alla luce l’esistenza della mafia a Cosenza consolidando il principio – mai più abbandonato – della lotta a un fenomeno radicato e camaleontico.