Franco Pino
Franco Pino

Il processo “Garden” non fu soltanto un maxi-blitz giudiziario, ma un evento epocale: segnò l’entrata in scena della ‘ndrangheta cosentina davanti alla legge, inaugurò una nuova stagione di collaborazioni con lo Stato, e aprì la strada a successive azioni giudiziarie. Se all’epoca quelle azioni rappresentarono l’arresto di una struttura criminale violenta, oggi ne ereditano la lezione — ciò che resta imprescindibile nella lotta contro il malaffare.

Operazione Garden: la scoperta della mafia cosentina

Il 10 ottobre 1994 segna una svolta: con l’operazione “Garden” la Dda di Catanzaro e le forze dell’ordine eseguono 116 arresti (su 118 ordinanze) e notificano indagini a 172 persone, smantellando la criminalità cosentina strutturata in due storiche fazioni, Perna‑Pranno e Pino‑Sena. L’operazione prende il nome da un cine­ma di Rende, teatro dell’uccisione del boss Luigi “U zorru” Palermo nel 1977.

La mafia si conferma davanti ai giudici

Per la prima volta in aula emer­gono chiaramente la natura mafiosa delle organizzazioni operanti nella provincia di Cosenza. Nel 1997 la Corte d’Assise riconosce ufficialmente l’esistenza di due associazioni di tipo mafioso – quelle capeggiate da Perna‑Pranno e Pino‑Sena – con condanne che arrivano fino all’ergastolo e alla conferma in Cassazione nel 2000.

Il ruolo dei pentiti: da Franco Pino a decine di collaboratori

Figlia diretta dell’operazione, l’ondata di pentitismo segna una svolta. Il capobastone Franco Pino decide di collaborare nel 1995, svelando dettagli su oltre 30 omicidi e confessioni che smontano la trama criminale cosentina. In tutto, Cosenza registrerà circa 160 collaboratori di giustizia, un record nazionale per rapporto tra popolazione e numero di pentiti.

Il peso delle amnesie: politica, colletti bianchi, connivenze oscure

Il processo è inoltre segnato da nodi oscuri: l’inchiesta svela presunti collegamenti tra mafia, politica locale, professionisti e persino apparati dello Stato. Secondo l’allora magistrato Otello Lupacchini, emerge "un quadro allucinante" di complicità sistemiche.  

Conseguenze a lungo termine: nuove alleanze e imprenditorialità mafiosa

Con le condanne del maxiprocesso, scatta una riorganizzazione dei clan: i vecchi assetti cedono spazio a una confederazione più imprenditoriale. Clamoroso il passaggio della ‘ndrangheta cosentina da una violenta guerra criminale a un controllo silenzioso e più “economico” del territorio.

Il “Garden” ieri e oggi: una pietra miliare ancora attuale

A distanza di 30 anni l’operazione resta un punto di riferimento. È stata la prima inchiesta di polizia a portare alla luce l’esistenza della mafia a Cosenza consolidando il principio – mai più abbandonato – della lotta a un fenomeno radicato e camaleontico.