La cosca Di Giovine: tra radici calabresi, traffici internazionali e il potere di una donna
Da Cardeto a Milano, i Serraino-Di Giovine dominarono drug cartels e armi, guidati da Maria Serraino
				La cosca Di Giovine, legata a doppio filo con i Serraino, è parte della ‘ndrina calabrese attiva soprattutto a Cardeto, in provincia di Reggio Calabria. Dalla metà del XX secolo, la famiglia si stabilì a Milano, nella zona di piazza Prealpi e via Belgioioso, dove divenne protagonista nel traffico di droga e armi a livello internazionale.
Maria Serraino: “Mamma Eroina” al vertice mafioso
Al timone della cosca si distinse Maria Serraino, sposata con Rosario Di Giovine. Da Cardeto, ella si trasferì a Milano negli anni '60, portando con sé dodici figli e trasformando una rete di contrabbando di sigarette nel traffico di droghe pesanti: hashish, eroina, cocaina ed ecstasy. Il figlio Emilio si occupava dei collegamenti con il Marocco e la Colombia per l’import di droga in cambio di armi, destinate alle guerre di mafia in Calabria.
Il dominio e lo smantellamento
Negli anni '90, il clan si affermò tra i principali trafficanti criminali di Milano, vendendo fino a 60 chili di cocaina al mese. Il progetto criminale venne decapitato tra 1993 e 1995 dalle operazioni “Belgio”, che portarono all’arresto di circa 180 membri. A scatenare le indagini fu la collaborazione di Rita Di Giovine, come pentita.
L’inaspettato pentimento di Emilio
A impreziosire lo smantellamento della cosca fu il successivo pentimento di Emilio Di Giovine, che collaborò con la giustizia dopo aver vissuto per anni sotto il clan di famiglia. La storia di Emilio fu raccontata anche in un libro intitolato "Da signore della droga a collaboratore di ‘ndrangheta", che descrive la sua fuga da latitante e l’influente ruolo della madre nella costruzione criminale.
Una donna al potere mafioso e la sua eredità
Il caso Serraino-Di Giovine è simbolico della leadership femminile nell’ambito mafioso, sia per il carisma che per la centralità operativa. Maria Serraino incarnò un potere che travalicò le tradizionali dinamiche maschili, diventando un punto di riferimento politico e criminale.
Un declino inevitabile
Con il pentimento di alcuni membri e la pressione investigativa, la cosca Di Giovine non è riuscita a reggere lo tsunami di arresti e collaborazioni. Oggi, resta un caso emblematico su come il potere mafioso calabrese abbia costruito reti criminali transnazionali, ma che può essere smantellato grazie al coraggio di chi rompe l'omertà.