Lo stop alla XXI edizione dello storico Presepe vivente di Panettieri diventa un segnale d’allarme che scuote il dibattito regionale. A denunciarlo è Enzo Bruno, capogruppo di Tridico Presidente in Consiglio regionale, che punta il dito contro il “colpevole ritardo” della Regione Calabria nella pubblicazione dei bandi dedicati agli eventi culturali 2025.

Secondo Bruno, lo slittamento del bando “La Calabria che incanta”, pubblicato solo a metà luglio, sarebbe l’ennesima prova di una “programmazione improvvisata e confusa”, incapace di offrire ai Comuni — soprattutto ai più piccoli — i tempi necessari per organizzare manifestazioni complesse.

Il Presepe vivente di Panettieri, sottolinea il capogruppo, è una tradizione radicata che richiede mesi di lavoro, coordinamento, volontari, logistica, scenografie e una macchina organizzativa imponente. “Non si possono programmare iniziative di questo livello in poche settimane”, afferma Bruno.

“Struttura amministrativa caotica: così si penalizzano Comuni e associazioni”

Le critiche si estendono alla gestione regionale di turismo e cultura, che Bruno descrive come “caotica”, con bandi che ricadono contemporaneamente nei Dipartimenti Turismo e Cultura, senza una governance univoca né linee guida chiare sui tempi delle graduatorie. Una situazione che, secondo il consigliere, mette in difficoltà anche i funzionari regionali, “professionisti capaci costretti a lavorare in una macchina amministrativa disorganizzata”.

Il risultato? Eventi che slittano, che saltano o che diventano impossibili da realizzare. E il caso di Panettieri, denuncia Bruno, non sarebbe che “la punta dell’iceberg”.

“Mega eventi privilegiati, ai borghi restano le briciole”

Nel mirino finisce anche la strategia regionale che, pur proclamando l’importanza di turismo e cultura, finirebbe per concentrare risorse e visibilità su pochi mega eventi, “spesso scollegati dai territori e dalla loro storia”.

Le manifestazioni storicizzate, i progetti delle comunità e i borghi che fanno cultura da decenni, secondo Bruno, ricevono invece “briciole”, con bandi tardivi e procedure ingestibili.

“Serve una visione: tutelare le tradizioni, non sacrificarle”

Bruno insiste sulla necessità di proteggere gli eventi storicizzati, veri presìdi culturali e strumenti di identità, coesione sociale e sviluppo locale. Per farlo, servono bandi tempestivi, regole chiare e una programmazione annuale stabile.

“Finché la Regione continuerà a privilegiare la propaganda ai fatti e l’improvvisazione alla pianificazione — conclude — la Calabria perderà pezzi della sua identità e indebolirà il proprio patrimonio culturale, quello vero, custodito dai borghi, dalle associazioni e dai cittadini”.