Alfredo Sorbara
Alfredo Sorbara

Era il 1° maggio 1984 quando Alfredo Sorbara, 35 anni, un «ruspista» di Giffone (Reggio Calabria), fu rapito ai piedi dell’Aspromonte mentre era in compagnia di un amico, che fu risparmiato. Un “sequestro-mistero” che scosse la comunità e fece scattare ricerche immediate da parte delle forze dell’ordine, ma di Alfredo si persero presto le tracce.

Richieste di riscatto e atroce silenzio

Nei giorni successivi al rapimento, i rapitori inviarono una foto del malcapitato legato con catene e barba lunga, accompagnata da richieste di riscatto inizialmente di cinque miliardi di lire, poi ridotte a 780 milioni, una cifra legata ai fondi di un progetto comunale. Alfredo indirizzò perfino lettere ai familiari, implorando aiuto. Ma la famiglia decise di non pagare, poiché impossibilitata, e da allora più nulla: né notizie né corpo ritrovato.

Uno degli ostaggi che non fece ritorno

Alfredo Sorbara è riconosciuto come vittima della criminalità organizzata calabrese. Mentre la maggior parte dei sequestrati di quegli anni venne rilasciata, per lui la sorte fu tragica: morì probabilmente durante la prigionia. Restano solo interrogativi, un velo di omertà e la memoria dei familiari che ancora sperano in verità e giustizia.