Autonomia differenziata, Amalia Bruni lancia l’allarme: “Rischio rottura del sistema sanitario e migrazione dei professionisti dal Sud”
La consigliera regionale calabrese denuncia nuove intese tra Governo e Regioni del Nord

«Sta accadendo ancora una volta, nel silenzio e nella disinformazione: si riapre la partita dell'autonomia differenziata, ma questa volta con modalità ancor più subdole». Così Amalia Bruni, consigliera regionale della Calabria, denuncia un nuovo scenario che si starebbe delineando tra Governo e Regioni del Nord. Secondo quanto riportato in un comunicato, si tratterebbe di intese su ambiti che esulano dai Livelli essenziali delle prestazioni (Lep), come Protezione civile, professioni e previdenza integrativa complementare, che rischiano di minare l’equilibrio nazionale.
Sanità a due velocità: il rischio per il Sud
L’allarme della consigliera si concentra in particolare sul sistema sanitario, che potrebbe essere profondamente stravolto.
«Concedere autonomia su ambiti come le professioni sanitarie – spiega Bruni – significa spalancare le porte a una migrazione di massa di medici e operatori dal Sud al Nord, dove le Regioni più ricche potranno offrire trattamenti economici e contrattuali più vantaggiosi». Una fuga di cervelli che si sommerebbe alla già insostenibile mobilità sanitaria e che rischia di rendere ancor più fragile la sanità meridionale, in particolare quella calabrese.
Il rischio concreto, secondo la consigliera, è la nascita di un Servizio sanitario “a geometria variabile”, dove la qualità e l’accesso alle cure dipenderebbero dalla ricchezza territoriale. «Non è una riforma: è una rottura del patto costituzionale», afferma con decisione.
“Il Governo regionale rompa il silenzio”
Bruni chiama in causa direttamente la Giunta regionale calabrese, chiedendo una presa di posizione netta: «Il governo regionale intende opporsi a queste derive o accetta supinamente un disegno che potrebbe segnare la fine del Servizio sanitario nazionale così come lo conosciamo?».
E si rivolge anche a chi, secondo lei, continua a sbandierare successi fittizi: «I soliti difensori d’ufficio, sempre pronti a proclamare vittorie immaginarie, sono consapevoli delle conseguenze drammatiche che questi processi avrebbero sulla tenuta del nostro sistema sanitario?».
Iniziativa in consiglio regionale e appello alla responsabilità
La consigliera annuncia infine che porterà il tema all’attenzione dell’assemblea legislativa calabrese, attivando tutti gli strumenti previsti dall’ordinamento.
«Pretenderemo che ognuno si assuma le proprie responsabilità davanti ai cittadini, senza ambiguità e senza retorica. La posta in gioco è troppo alta per consentire a qualcuno di voltarsi dall'altra parte».
Un appello forte che richiama alla difesa del diritto alla salute come bene comune e indivisibile, che non può diventare oggetto di competizione tra territori.