Cosca Rango‑Zingari di Cosenza: tra droga, estorsioni e alloggi popolari
Una ‘ndrina ramificata che ha dominato quartieri e mercati illeciti, colpita da operazioni antimafia incisive

La cosca nota come Rango‑Zingari ha consolidato il proprio potere negli anni Duemila nella provincia di Cosenza, muovendosi tra traffico di cocaina e hashish, estorsioni sistematiche ai danni di commercianti locali e il controllo di alloggi popolari, sottratti ai legittimi assegnatari. È emersa come un’organizzazione effervescente, infiltratasi nel tessuto economico e abitativo della città.
Operazione “Doomsday”: il primo grande colpo
Nel 2015 un’operazione coordinata dalla Dda di Catanzaro e condotta dai Carabinieri di Cosenza, nota come “Doomsday”, ha arrestato 18 esponenti di spicco della cosca. L’inchiesta ha smantellato una struttura definita come “multinazionale del crimine”, confermata da intercettazioni, pedinamenti, riscontri e dichiarazioni di collaboratori di giustizia. L’accusa ha testimoniano la gestione organizzata dello spaccio, delle estorsioni e persino dell’assegnazione abitativa abusiva.
Sequestro beni e arretramento del potere
L’azione antimafia non si è limitata agli arresti: sono stati sequestrati beni per un valore di oltre 5 milioni di euro a esponenti di rilievo come Antonio Intrieri e Domenico Mignolo. L’operazione ha intaccato il patrimonio illecito accumulato dalla cosca e compromesso la sua capacità operativa sul territorio.
L’operazione “Doomsday 2” e il tramonto della cosca
Nel corso dell’operazione “Doomsday 2” sono stati azzerati i vertici del gruppo, con nuove ordinanze basate sulle dichiarazioni di collaboratori e i riscontri investigativi ottenuti. Le forze dell’ordine hanno evidenziato un tentativo di espansione in comuni limitrofi, controllando quartieri popolari e mercati illeciti, un progetto che è stato significativamente contrastato dagli arresti.
Dopo il colpo: un clan scosso ma ancora sotto osservazione
Pur al centro di indagini e fragilità, la realtà criminale Rango‑Zingari non è stata del tutto eliminata: permane un monitoraggio da parte della magistratura e delle forze dell’ordine, anche alla luce dei passaggi nei processi storici e del processo “Reset” che ha ricostruito reticoli di alleanze con altre famiglie della ‘ndrangheta cosentina.
Un modello di criminalità territoriale e resiliente
La vicenda Rango‑Zingari rappresenta un esempio di come una ‘ndrina possa estendere il proprio dominio non solo attraverso la violenza, ma anche usando strumenti come il controllo delle case popolari, la penetrazione economica e la distribuzione di droga. Le operazioni “Doomsday” e “Doomsday 2” hanno inflitto colpi durissimi, ma il panorama emerso conferma la necessità di un controllo costante e di politiche di contrasto strutturate per evitare la rinascita di vecchie o nuove forme di criminalità organizzata.