Secondo Coldiretti il cibo è la prima ricchezza d’Italia e vale più di venti manovre
La filiera agroalimentare raggiunge i 707 miliardi di euro trainata da lavoro, export e qualità Made in Italy con l’agricoltura protagonista della crescita economica nazionale

Il cibo è oggi la prima ricchezza d’Italia. L’intera filiera agroalimentare, dalla produzione agricola alla distribuzione, passando per l’industria e la ristorazione, ha raggiunto un valore di 707 miliardi di euro. Una cifra impressionante, equivalente a oltre venti leggi di bilancio, che conferma il ruolo centrale dell’agricoltura e del made in Italy nel panorama economico nazionale. La superficie agricola utilizzata nel nostro Paese è pari a 12,5 milioni di ettari, ovvero il 42% del territorio nazionale: un patrimonio vasto e prezioso che contribuisce in maniera decisiva alla crescita.
Questi dati emergono da un’analisi della Coldiretti presentata in occasione del XXIII Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, tenutosi a Roma a Palazzo Rospigliosi, in collaborazione con lo studio The European House – Ambrosetti. Numeri che fotografano un comparto dinamico, in continua evoluzione, capace di coniugare tradizione, innovazione e sostenibilità.
Primati europei e forza del made in Italy
Il settore agroalimentare italiano garantisce lavoro a oltre 4 milioni di persone, sostenuto ogni giorno dall’impegno di circa 700mila imprese agricole. L’Italia detiene inoltre il primato europeo per valore aggiunto in agricoltura, con oltre 42 miliardi di euro generati nel 2024. Un dato ancora più significativo se si considera il valore medio per ettaro, che sfiora i 3.000 euro: il doppio rispetto alla Francia e ben superiore a quello della Germania.
Ma i numeri non si fermano qui. Il nostro Paese è leader anche nella qualità: vanta 328 specialità Dop, Igp e Stg riconosciute, 529 vini certificati e 5.547 prodotti alimentari tradizionali. Campagna Amica, con la sua rete di mercati a km zero, rappresenta la più ampia realtà europea di vendita diretta da parte degli agricoltori. L’Italia è anche prima per biologico, con 84mila aziende attive. A trainare il settore è anche l’export, che nei primi sette mesi del 2025 ha raggiunto i 42,5 miliardi di euro, con un incremento del 6% rispetto all’anno precedente. L’obiettivo di Coldiretti è chiaro: superare i 100 miliardi di export entro il 2030.
Le sfide aperte tra clima, crisi e mercati
Nonostante i numeri positivi, il settore agroalimentare italiano non è esente da rischi e criticità. “La nostra agricoltura ha dimostrato di essere un motore insostituibile di crescita, capace di generare valore, occupazione e identità – ha dichiarato il presidente di Coldiretti Ettore Prandini – ma è un comparto che va difeso con decisione”. A pesare sono i conflitti internazionali, le guerre commerciali, ma anche i mutamenti climatici che mettono a rischio la sicurezza alimentare.
Le ondate di maltempo, la siccità sempre più frequente, e le speculazioni su materie prime come il grano stanno creando forti tensioni. Anche il settore vitivinicolo, fiore all’occhiello del made in Italy, è sotto pressione: ai dazi americani si sommano trasformazioni strutturali del mercato globale che impongono nuove strategie. Il futuro dell’agricoltura italiana dipenderà dalla capacità di proteggere questo patrimonio, sostenendo le imprese e investendo in innovazione, ricerca e sostenibilità.